Procuratore sportivo: quanto guadagna? Stipendio e percentuale parcella
Procuratore sportivo: chi è e quali sono le sue attività. Alcune cifre relative ai guadagni di questa categoria di professionisti
È una delle professioni più ambite da chi segue lo sport e ne vuole cogliere anche i meccanismi “contrattuali”, che stanno dietro l’arrivo di un certo calciatore presso un club di prestigio o che giustificano la sua partenza verso nuova destinazione. Stiamo parlando del ruolo e delle funzioni del procuratore sportivo, un attività sicuramente “di moda”, visti anche i guadagni cui un professionista di questo tipo può ambire. Vediamo di fare un po’ di chiarezza in proposito.
Procuratore sportivo: chi è?
Prima di affrontare l’argomento guadagni, vediamo in sintesi chi è il procuratore sportivo. Egli, detto anche agente, è la figura che svolge le trattative e quindi negozia, per conto dell’atleta o degli atleti che rappresenta, le condizioni contrattuali con le società sportive. In cambio, ottiene una percentuale sull’ingaggio, ovvero lo stipendio dell’atleta contrattualizzato. Specialmente con riferimento agli atleti di maggior fama, il procuratore sportivo è un vero e proprio manager, talvolta una star quasi alla pari dello sportivo di cui cura gli interessi.
Quanto guadagna un professionista di questo tipo: alcune cifre di riferimento
In base ai dati della Federazione Italiana Gioco Calcio (ovvero la FIGC), negli ultimi anni le società del massimo campionato italiano di calcio, la Serie A, hanno speso qualcosa come 193,3 milioni di euro in commissioni a favore di questa categoria di professionisti. E il trend di guadagni per essi è in continuo aumento, anno dopo anno. D’altra parte si tratta di una crescita che riguarda tutto il settore, anche a livello mondiale. Ciò a riprova della popolarità di molti sport (non solo il calcio), e dello stretto legame tra incassi, business e prestazioni sportive.
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Si tratta insomma di commissioni milionarie, fondate sulle operazioni contrattuali a favore di questo o quell’atleta. Nello specifico, un procuratore sportivo incassa gran parte del proprio guadagno dalle intermediazioni per le compravendite, e in via residuale dai servizi accessori resi a favore dell’atleta (come ad esempio quelli di rinnovo di un contratto). Negli ultimi anni, però, è intervenuta una sorta di “liberalizzazione” delle regole, e oggi un procuratore sportivo riesce a tessere le sue trame più facilmente. Attualmente, infatti, non sussiste più il divieto di rappresentare sia il calciatore che la società sportiva: ciò nonostante i possibili conflitti di interesse. È chiaro che allora i guadagni sono destinati a crescere. In base alle regole comunque vigenti, lo stipendio di un procuratore e agente dovrebbe essere sempre proporzionato a quello dell’atleta rappresentato. Per legge, lo sportivo dovrebbe riconoscergli un massimo del 3% del suo stipendio lordo o del prezzo del trasferimento a nuova società, ma non sempre è così. La prassi infatti tende a superare questa soglia e, specialmente per i procuratori più noti, la percentuale sale.
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