Sono ore roventi per la formazione del nuovo governo. Nonostante M5S e PD abbiano cominciato con buon piglio, dichiarandosi aperti al dialogo con la controparte, le cose – in questo preciso momento – non sembrano andare per il verso giusto. A tirare maggiormente la corda è il Movimento 5 Stelle, che impone un Giuseppe Conte bis. La richiesta dei 5 Stelle non sembra essere uno scoglio insormontabile, ma pone dei freni alla nascita del nuovo esecutivo. Una delle prime teorie di accordo a circolare sui media prevedeva che, in cambio del Conte bis, il leader politico del M5S rinunciasse a posizioni governative. Ciò farebbe il paio con la decisione di Zingaretti di non entrare nella squadra di governo per dedicarsi all’attività di presidente della regione Lazio e a quello di segretario del Partito Democratico.
Governo M5S-PD: ecco alcuni nomi, tra totopremier e totoministri
Già si è visto come uno dei grandi papabili alla presidenza, Roberto Fico, si sia già tagliato fuori dalla corsa. È stato lo stesso presidente della Camera dei Deputati a spegnere ogni voce su un governo presieduto da uno dei pentastellati più amati tra le file del PD. Eliminato il nome di Fico, rimane – oltre ovviamente al premier uscente, Giuseppe Conte – Enrico Giovannini . Giovannini è stato ministro del Lavoro durante il governo Letta e sembra potersi conquistare la stima dei 5 Stelle grazie alle sue posizioni in temi di economia e sostenibilità ambientale (il punto di maggior convergenza per questo possibile governo giallorosso).
Nel governo M5S-PD, dentro Franceschini (vicepremier) e Andrea Orlando
Se il totopremier può mettere a rischio la formazione di una maggioranza alternativa, il discorso è diverso per la ripartizione dei dicasteri. Tra i nomi dei sicuri del PD, che troverebbero casa nel prossimo esecutivo, sarebbero Andrea Orlando e Dario Franceschini. Il primo, però, non andrebbe a ricoprire il delicato incarico del guardasigilli (che già ricoprì in passato). Franceschini potrebbe essere il vicepremier, essendo stato uno dei primi mediatori tra M5S e PD e fautore di un accordo tra le due parti.
Per il Movimento 5 Stelle, è chiaro che Di Maio non vorrà cedere il MISE o il ministero del Lavoro, ma è probabile che in caso di Conte bis, il leader politico pentastellato dovrà ridurre i propri incarichi. Inoltre, sempre in caso del Conte bis, Di Maio dovrebbe lasciare la vicepresidenza, in quanto il premier verrebbe espresso tra le file dei 5 Stelle.
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