Si parla spesso di taglio del cuneo fiscale e riduzione dei costi del lavoro, misure da inserire nella prossima Manovra per favorire un’eventuale crescita economica. Ma quali sarebbero le conseguenze sulla busta paga dei lavoratori? Gli incrementi stipendiali, stando a stime riportate da Adnkronos, potrebbero variare da 9 euro in più al mese (circa 100 euro annui) fino a circa 30 euro mensili (circa 300 euro all’anno).
Busta paga: quanto aumenta lo stipendio con il taglio al cuneo fiscale?
Quest’ultima somma va considerata ipotizzando la cifra massima (6 miliardi) e il numero dei lavoratori dipendenti presenti in Italia, che ammontano a circa 18 milioni. La misura potrebbe però ridurre la platea dei beneficiari (e in questo caso aumenterebbero le risorse a disposizione), oppure avere meno copertura (si parla di circa 2 miliardi), il che ridurrebbe notevolmente l’importo degli aumenti in busta paga.
Le differenze con il bonus Renzi da 80 euro
La forbice, quindi, passerebbe dai 9 euro in più al mese (il minimo) ai poco più di 30 euro mensili (il massimo), influendo così leggermente sullo stipendio dei lavoratori dipendenti. Il sito cita poi il bonus Renzi per comprendere meglio, che ricordiamo ammontare a 80 euro mensili. Ma tale beneficio, per cui erano stati erogati 10 miliardi di euro, serviva una platea di lavoratori dipendenti con busta paga inclusi in fasce di reddito annuo ben precise (da 8.000 a 26.600 euro nel totale degli anni in cui è presente l’agevolazione). La platea complessiva, dunque, ammontava a circa 11,2 milioni di persone (poco meno di 7 milioni di persone rispetto a quelle del numero totale dei lavoratori dipendenti). Senza dimenticare le variazioni reddituali nel corso dell’anno: se si fosse preso meno di 8.000 euro o più di 26.600 euro all’anno e si era percepito il bonus durante tutto l’anno, alla fine bisognava restituirlo, con tutte le conseguenze del caso (soprattutto per chi guadagnava meno degli 8 mila euro previsti).
Aumento in busta paga 2020: la previsione peggiore
Con una platea estesa e le risorse al loro massimo stanziato (6 miliardi, circa 4 in meno rispetto a quelle servite per il bonus 80 euro), il beneficio economico per i lavoratori risulterebbe pertanto molto ridotto.
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