Il governo Conte bis (o Conte II) sta per vedere la luce. Questa mattina, 29 agosto, Sergio Mattarella ha conferito l’incarico al premier uscente, Giuseppe Conte, di formare un nuovo governo e cercare una maggioranza alternativa. Conte ha accettato con riserva (com’è prassi) per trovare la quadratura del cerchio sui nomi di ministri e sottosegretari. Uno dei principali nodi da sciogliere riguarda il ruolo dell’attuale vicepremier Luigi Di Maio. Il capo politico del Movimento, nonché superministro (avente sia lo Sviluppo Economico che il Lavoro) potrebbe dover cedere la vicepresidenza.
Governo Conte bis: da tecnico mediatore a uomo di punta del M5S
Nel Conte I, il primo ministro veniva svolgeva il ruolo prevalente di garante del contratto e mediatore tra le parti. Dopo la crisi di governo innescata da Matteo Salvini (proponendo la sfiducia nei confronti del premier), Conte ha mostrato il suo lato più politico ed è diventato, nel giro di pochi giorni, l’uomo politico (del M5S) del momento. La stragrande maggioranza degli elettori pentastellati lo vedono come l’uomo giusto per succedere a Luigi Di Maio.
Il Partito Democratico considera Conte come espressione diretta del Movimento 5 Stelle: non è più quel tecnico mediatore dell’esperienza gialloverde (nel quale Salvini e Di Maio godevano di maggior protagonismo). I pentastellati hanno continuato, invece, a proporlo come uomo d’esperienza e, se non propriamente superpartes, come garante dell’accordo. Questo della vicepresidenza potrà risultare uno dei nodi più difficili da sciogliere, insieme alla partita del Viminale (che sarà presto lasciato vacante dal leader del carroccio, Matteo Salvini).
Governo Conte bis: chiuso il totopremier, si passa al totoministri
Già ci sono alcuni nomi di sicuri ministri. Di Maio avrà ancora almeno un dicastero: probabilmente chiederà di bissare con il MISE e il ministero del Lavoro, o si dirigerà – sempre secondo indiscrezioni – verso il Viminale. Il PD non ha posto alcun veto alla sua figura, ma non vuole lasciare al M5S la vicepresidenza (che in un governo di coalizione spetta, di solito, al partito minoritario).
Dovrebbe esserci una riconferma generale dei ministri a 5 Stelle: anche qui, il PD non avrebbe posto veti, come sarebbe successo altresì con un gialloverde bis su Trenta (Difesa), Toninelli (Infrastrutture) e Costa (Ambiente). In definitiva, sembra che non ci sarà alcun rimpasto tra le file del M5S. Per il PD, i nomi chiave sono due: Dario Franceschini e Andrea Orlando. Uno dei due potrebbe assumere la vicepresidenza; l’altro, potrebbe andare a ricoprire uno dei sette ministeri “lasciati” dalla Lega.
Governo Conte bis: c’è anche il totocommissario
L’Italia dovrà esprimere a breve il suo Commissario. La Commissione potrebbe definirsi come l’organo esecutivo dell’UE. Il nome più gettonato è senza dubbio quello di Paolo Gentiloni: grande conoscitore delle istituzioni comunitarie, sarebbe un profilo più che adatto per mostrare quell’inversione di tendenza chiesta da Zingaretti. Proprio il segretario del PD ha assicurato che non farà parte del Conte bis, essendo già presidente della Regione Lazio e non volendo rinunciare a tale incarico.
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