Come collocare politicamente Grillo
Come sanno i nostri più affezionati lettori, ogni settimana il Termometro Politico pubblica il suo “meta-sondaggio”. Una media dei dati provenienti da tutti i principali istituti demoscopici del nostro paese capace di darci un’idea verosimile e quanto mai realistica dei rapporti di forza tra le varie forze politiche. Il tutto corredato da una bella “torta” capace di elencarci, alla luce del sistema elettorale vigente, i futuribili rapporti di forza in Parlamento.
[ad]Di recente un mio contatto mi ha segnalato una cosa interessante che dovrebbe far riflettere gran parte della classe dirigente del nostro paese, segnalando quella che secondo lui era una “stortura” del meta-sondaggio.
La persona in questione sostanzialmente contestava il fatto che i potenziali eletti in Parlamento del Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo sono stati collocati a sinistra dello schieramento parlamentare.
L’osservazione hai suoi fondati motivi. Che personalmente condivido in pieno.
Ma pone anche un altro quesito: come collocare il Movimento Cinque Stelle nello scacchiere politico italiano?
E’ ovvio che il movimento di Grillo va oltre qualsiasi logica di continuum tra destra e sinistra. E un movimento che va oltre. Sia per quanto riguarda i temi che pone sia per quanto riguarda la sua struttura organizzativa. Per certi versi ricorda la Lega Nord della origini che oggettivamente in piena Prima Repubblica era quanto mai difficile da collocare politicamente. E del resto lo è tuttora se negli intenti programmatici della Casa della Libertà del 2001 Berlusconi segnalava che il fronte sinistro della coalizione doveva essere coperto dal Carroccio (per non parlare poi della speculare questione della Lega “costola della sinistra” di dalemiana memoria).
Il punto della questione è che bisogna dividere in due aspetti la problematica: il primo aspetto è legato al “pensiero politico” di Grillo, alla sua collocazione politica e ai riflessi concreti e pratici che l’antipolitica che lui porta avanti hanno nella società. Il secondo aspetto invece è legato all’elettorato potenziale di Grillo che per forza di cose può essere collocato in linea di massima in una determinata area.
Lo spirito antipolitico di Grillo, su questo penso non ci siano dubbi, sono da considerarsi di destra. Non solo per un certo approccio qualunquista alla politica che ricorda il movimento dell’Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini (comparazione quanto mai negativa) che aveva caratteristiche di destra e che tra l’altro fu un veicolo per molti apparati dell’ex regime fascista per tentare di riaffacciarsi sull’agone politico. Ma lo è anche nei contenuti. Contenuti che molto spesso del resto sono conseguenza di un certo modo di fare di Grillo prettamente di destra. E allora l’uscita dall’euro, la contrarietà alla cittadinanza per gli immigrati e proposte di rimborso legate ai titoli di stato sembrano non molto dissimili dai manifesti del vecchio Fronte Sociale Nazionale di Adriano Tilgher e ai suoi revanscismi pro-vecchia lira.
Poi però c’è il tema dell’elettorato grillino. Un argomento quanto mai attuale se consideriamo l’affermazione della scorsa settimana del Front National di Marine Le Pen in Francia.
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Come non è verosimile che il 18% dei francesi si riconoscano in una visione della politica “fascista”, “neo-fasicsta” o “xenofoba” e anche vero che in un potenziale 7% grillino non può esserci una totale identificazione nei confronti delle battaglie del comico genovese.
[ad]In entrambi i casi elettorali si tratta di voti “sfiduciati”, gente che incomincia a credere che la politica così com’è non potrà mai risolvere i problemi della gente. Elettori dunque che di fronte ad un cambiamento radicale, di sistema e di carattere etico, della politica italiana non è detto che restino per perorare le vecchie cause grilline. Di conseguenza si tratta di consensi quanti mai recuperabili a sinistra.
E anzi, la sinistra se vuole essere maggioritaria in Italia in Europa deve proprio mirare a quell’elettorato che a quanto pare non prova fiducia nei confronti del “change in order to conserve” e aspetto qualche sviluppo politico in senso positivo . Quindi potenzialmente un elettorato progressista.