Intervista al Sindaco più giovane d’Italia (attendiamo smentite)
Nicola Chionetti, classe 1986, è il nuovo Sindaco di Dogliani (CN). Il giovane esponente del Partito Democratico si presenta ai lettori di Termometro Politico.
Pensavo insieme al mio gruppo che qualche possibilità ci fosse, benché sia stata una battaglia dura. Certo, non immaginavo di vincere in modo così netto (67% ca.).
Quando hai iniziato la tua carriera politica? Prima del Partito Democratico, appartenevi a qualche partito?
Non saprei se parlare di carriera politica. Comunque, m’iscrissi nel 2005 a D.L. – la Margherita in provincia di Cuneo.
Attualmente, ricopri qualche incarico nel partito o nei Giovani Democratici?
Ho partecipato alla fase costituente, candidandomi alle primarie e sono stato eletto nell’assemblea regionale del Piemonte. Quindi, ho proseguito nella fase di radicamento territoriale come coordinatore di circolo e componente della segreteria provinciale. Nei GD sono attualmente in segreteria regionale e in direzione nazionale.
Credi che il Partito Democratico valorizzi sufficientemente i suoi giovani?
Alcune persone del nostro partito valorizzano seriamente i giovani, ma di loro personale iniziativa. Il partito in sé no; del resto, è continuamente avvitato su se stesso e troppo vincolato, a mio modesto modo di vedere, a persone e idee legate al passato.
Il più grande pregio e il più grande limite di Dario Franceschini e della sua politica.
Non saprei; bisognerebbe forse essere nei suoi panni. Per formulare un giudizio si deve tenere conto della situazione drammatica all’interno del partito che eredita e il modo, inqualificabile, di agire da parte del governo. Secondo me, alle condizioni date, il segretario sta facendo il possibile. Poi, ma è un difetto del PD, non tanto di Franceschini, che pure qualche sforzo in tal senso lo sta compiendo, manca un progetto chiaro, una visione moderna della società, da comunicare e da realizzare.
Come pensi che il Partito Democratico dovrebbe collocarsi in Europa?
I democratici dovrebbero essere fedeli alla novità che rappresentano, tanto più di fronte all’evidente crisi dei partiti socialisti, che hanno esaurito il loro corso. Non vedrei male un gruppo autonomo, collocato nel centrosinistra, quindi comunque a contatto anche coi socialdemocratici, ma in grado di allearsi con chiunque abbia a cuore il progetto dell’Europa unita e forte, al di là degli schieramenti. Quindi, entrare a far parte del PSE tradirebbe la vocazione originaria dei democratici..
Quale sarà il tuo primo provvedimento come Sindaco?
Metterò in chiaro lo stato dei conti del mio comune, non certo per polemizzare con l’amministrazione precedente, ma per una questione di chiarezza di fronte a tutti i cittadini e per meglio pianificare l’azione amministrativa. Inoltre, incontrerò con la giunta le associazioni, soprattutto quelle dei lavoratori, per discutere delle priorità del Comune rispetto al mondo agricolo, imprenditoriale, artigianale e commerciale.
di Andrea Carapellucci