Denuncia per persecuzione 2019: tipologie, quando scatta il reato e come farla

Denuncia per persecuzione: quali sono i tratti distintivi della persecuzione e quando scatta il reato. A quali soggetti rivolgersi per la denuncia

Denuncia per persecuzione 2019 tipologie, quando scatta il reato e come farla
Denuncia per persecuzione 2019: tipologie, quando scatta il reato e come farla

Non è la prima volta che affrontiamo il tema delle molestie reiterate, ai danni della sfera della privacy di una persona, ma d’altronde la mole e la diffusione di questi comportamenti, nella realtà odierna, spingono a trattare di questo tema. Stiamo parlando della denuncia per persecuzione: allora vediamo le tipologie, quando scatta il reato e come farla.

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Denuncia per persecuzione: il contesto di riferimento e le ragioni che la giustificano

La persecuzione è integrata da tutta una serie di comportamenti reiterati, mirati ad invadere indebitamente la sfera privata di qualcuno, arrivando a modificarne le abitudini di vita e alterandone la libertà di scelta. Pensiamo ad esempio ai casi di pedinamenti continui ai danni di una persona, oppure alle ipotesi delle telefonate al numero di casa, ad ogni ora del giorno e della notte, da parte magari dell’ex di turno che non accetta la fine della relazione. Ebbene, in tutti in questi casi – pur mancando una minaccia esplicita e palese – il soggetto perseguitato può sporgere valida denuncia per persecuzione.

È chiaro che una condotta di questo tipo è capace di rilevare penalmente, sia per la reiterazione di un comportamento di per sè non giustificabile, sia per lo stato di ansia, di turbamento e di costante minaccia per la propria incolumità e quella dei propri cari, che una tale comportamento comporta.

D’altra parte l’art. 612 bis del Codice Penale è piuttosto chiaro al riguardo: “È punito con la reclusione da un anno a sei anni e sei mesi chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita”.

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Come sporgere denuncia e il divieto di avvicinamento

A questo punto vediamo come fare denuncia per persecuzione, anche se sarebbe più opportuno parlare di querela. Il soggetto che si senta leso, per le ragioni evidenziate sopra, potrà recarsi presso l’ufficio della Polizia o dei Carabinieri e denunciare i fatti reiterati che considera vera e propria persecuzione. Questo tipo di reato, con qualsiasi tipo di manifestazione concreta, è sanzionato – appunto – a querela della persona offesa ovvero vittima della persecuzione, da farsi entro sei mesi dall’ultimo atto persecutorio. Ma, nel caso la vittima sia un minore o un handicappato, la denuncia per persecuzione potrà essere fatta da chiunque, anche da amici o familiari.

Secondo una specifica norma, l’art. 282-ter Codice di Procedura Penale, con la denuncia per persecuzione suddetta la vittima può domandare al magistrato che questi emetta un provvedimento di divieto di avvicinamento. Si tratta di una misura cautelare disposta dal giudice incaricato di decidere la controversia penale, su richiesta esclusiva del PM, in tutti i casi in cui – sulla base delle risultanze delle indagini – sussista un concreto pericolo per la vittima e quindi l’obbligo di proteggere la vittima di persecuzione da uno stalker, che potrebbe diventare violento. In particolare, questo provvedimento sancisce che l’indagato o imputato per persecuzione non si avvicini ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa oppure mantenga una certa distanza da tali luoghi o dal soggetto perseguitato.

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