Non mi interesso di moda, non seguo gli account delle webstar glamour chic e quelle robe lì, ma mi manda al manicomio come la Ferragni sia bistrattata dall’opinione pubblica, specie da giornalisti e intellettuali. Provo a ricapitolare: una ragazzina di Cremona, con solo un cellulare, mette in piedi un impero economico, diventa una star internazionale, finisce su Forbes che la definisce la prima influencer del mondo, viene studiata alla business University di Harvard e a 32 anni ha un documentario sulla sua vita alla mostra del cinema di Venezia.
Ripeto: 32 anni.
Non è nata a New York o nella Silicon valley. Non è figlia di un senatore degli Stati Uniti o di miliardari, non ha usato soldi della mafia. Ha letteralmente insegnato agli americani a fare il loro lavoro. Senza la Ferragni non ci sarebbero stati i Kardashian, o quelle sgallettate che oggi mostrano glutei e mammelle photoshoppati fingendo di essere in posti, o di vivere vite altrui. Tutto quello che vediamo su Instagram o sui social è la copia di una copia di una copia della Ferragni.
Il popolo italiano in tutto questo cosa fa?
La denigra, la insulta, la critica in mille modi, svilisce lei, suo figlio, il suo corpo, la sua famiglia. Per invidia nera, principalmente. Perché gli attori e gli influencer americani ci piacciono (soprattutto vecchi) perché sono distanti e ci possiamo raccontare che anche noi, se fossimo nati lì, avremmo potuto essere, fare chissà che. Quando sono italiani le cose sono diverse, perché lei a 32 anni sta sul red carpet di Venezia, noi a bere birra seduti sui marciapiedi. A me fa rabbia vedere quello che è un puro, assoluto talento venire snobbato e deriso in madrepatria.
Non c’è foto, parola, filmato o discorso di Chiara Ferragni che non sia pianificato da un genio.
Nonostante siano arrivate generazioni di sue emule, lei ancora detta la linea e sta in testa. Guardate che non è una cosa scontata né comune, perché nel mondo dello spettacolo più in fretta vai su e più veloce vai giù. È il mondo dell’usa e getta per definizione eppure lei è rimasta lì senza nemmeno bisogno di spremere sangue dalle rape. Ha un talento e un controllo talmente smaccato del suo impero che può permettersi di raccontare che la sua vita è naturale e spontanea.
E 17 milioni e passa di followers le crede senza problemi
Del resto c’è gente che a furia di offerte 19,99 da H&M si rovina il conto corrente per comprare oggetti orrendi, fatti male da schiavi disperati, e che butteranno via senza mettere mai. E non se ne curano. Non si rendono conto di come la moda sia una grande, immensa truffa che ha i figli degli ex sessantottini come vittime. C’è gente che si rovina con le slot machine, o con il gioco d’azzardo, o con la droga. Tranne rari e meritori casi, buona parte dei business oggi consiste nel truffare la gente aggirando il reato di circonvenzione d’incapace. Wanna Marchi non c’è riuscita, Vannoni non c’è riuscito.
Beppe Grillo sì, ma vabbè.
Chiara Ferragni dimostra come noi italiani siamo e saremo sempre i migliori venditori del mondo. Pensateci. Solo un’italiana poteva riuscire a creare una narrativa estetica tale da sedurre 17 milioni di persone che poi la celebra e la idolatra come donna spontanea e naturale. È proprio l’essenza di pacco, doppio pacco e contropaccotto.