Matteo Salvini: “Aggrappati a poltrone per non far votare”
Matteo Salvini: “Aggrappati a poltrone per non far votare” così parla il leader del carroccio da Vignola, il giorno prima della fiducia al Conte bis.
È un fiume in piena il leader della Lega, che si è visto sfuggire sia la poltrona del ministero dell’Interno sia le elezioni anticipate. Salvini ha convocato una manifestazione nei pressi di Montecitorio per protestare contro il nuovo esecutivo. Stavolta non chiedendo con veemenza le elezioni anticipate – ipotesi ormai scartata, a meno di clamorosi ribaltoni al Senato dell’ultima ora -, ma attaccando duramente il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle. Nell’ultimo comizio prima di quello romano, in diretta da Vignola in Sardegna, Matteo Salvini risalta il lavoro svolto nei 14 mesi come ministro dell’Interno, difendendo in particolare il suo operato sul tema migratorio.
Il leader leghista promette che “se proveranno a tornare a distribuire i migranti in giro per l’Emilia o la Romagna, dove governa la Lega, avranno una sola risposta: no, no, no. Non se ne parla neanche.” Parole che sembrano “invitare” i cittadini umbri, i prossimi a votare in elezioni regionali. La tornata elettorale è fissata per il 27 ottobre e sarà un banco di prova fondamentale per i principali schieramenti politici.
Matteo Salvini contro il PD, il M5S e Di Maio
Il leader del carroccio attacca duramente sia il Partito Democratico che l’ex alleato di governo, il M5S.
“Il PD di Bibbiano, Banca Etruria e Mafia Capitale si aggrappa alle poltrone pur di non far votare gli italiani. Sono dei poveretti, possono scappare per qualche mese, ma prima o poi gli italiani li manderanno a casa. Per sempre. In un paese normale qualcuno avrebbe già convocato le elezioni, la maggioranza PD-M5S fa ridere solo a pensarlo però sappiamo che il Partito Democratico quando sente odore di poltrona fa la maratona a piedi pur di arrivare. Sono orgoglioso della scelta di libertà che la Lega ha fatto perché l’onore e la dignità di girare per l’Italia a testa alta valgono mille poltrone e mille ministeri“.
Salvini prova a colpire anche il capo politico del Movimento, Luigi Di Maio, passato dal MISE e dal Lavoro alla Farnesina. “Io non ce l’avrei mai fatta a passare nell’arco di una settimana dal fare il ministro del Lavoro al ministro degli Esteri. O sei un genio o sei uno che non vuole mollare la poltrona. Non do giudizi e non mi voglio abbassare al loro livello.”
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