Noi stiamo qui a parlare della censura di FB a tre schioppati e intanto oggi si è consumato un dramma. Potrebbe essere la trama di un thriller americano perché gli elementi ci sono tutti, ma vi riassumo il soggetto: Pescara e bombe nucleari. Sì, è ridicolo. Sì, procurarsi materiale fissile e costruire una testata nucleare è una roba talmente complicata che nessun terrorista c’è ancora riuscito (tranne IL boyscout) ma non è questo il punto.
Facciamo che esista il 30 febbraio ed esista un simile genio del male. Dove deciderebbe di piazzare non uno, non due, ma QUATTRO testate nucleari Ma nella stazione ferroviaria di Pescara, ovvio. È qui che dev’essere l’epicentro del cratere nucleare su cui verranno celebrate le commemorazioni, tra Francavilla al mare e Cappelle sul tavo.
Ti scusi per i venti minuti di ritardo?
Beccati ‘sti quattro Little boy.
Mettetevi nei panni del protagonista, che immaginiamo sia nelle forze dell’ordine. Da una parte questa telefonata è chiaramente il delirio di un imbecille – che mi auguro venga blindato – ma dall’altra… se non lo è? Se in Italia esistesse davvero un idiota che vuole colpire il cuore, no, il cervello, no, l’unghia del mignolo del piede sinistro dell’Italia?
Sei costretto ad andare a verificare.
I giornalisti accorrono eccitatissimi – perché dai, quando ti ricapita? – e all’improvviso hai mitomani, egopatici, pendolari incazzati, giornalisti e squadre di artificieri che spiegano ci sia il rischio di una detonazione nucleare. E tu protagonista, magari della Val d’Aosta, devi mettere ordine in mezzo a voci tipo:
«A or’ e mmumeènde finimm a ttozz e buccone, ci stann ‘e bumbe nugleare!»
«Carabbinieri!»
«Ariemesene a la ches, via!»
È puro Pietro Germi.
Immaginate quali perle d’umanità le telecamere farebbero emergere. Gente che vive per poter gridare alla giornalista “maro’ canda panze ha viste ssa schine”, scemi del villaggio, wannabe tronisti, polizia e panico, sì, ma stemperato dalle telecamere. Se le persone comuni vedono una telecamera fanno e dicono qualsiasi cosa; io dico, trasformiamo questa baracconata in un reality che il mondo ci invidi.
La chiamiamo “Pescara – Al vertice della tensione” e via di indagini tra la gente per scoprire chi potrebbe aver piazzato gli ordigni. Escono fuori corna, controcorna, contrabbando, droga, fiumi di truffe al reddito di cittadinanza, figli illegittimi. È Ciao Darwin sotto steroidi.
Purtroppo ai produttori manca la visione, lo so.
Ma per un attimo, oggi, ho sognato.