Oltre alle valutazioni su Quota 100 e Reddito di Cittadinanza, sono molti i temi che il nuovo esecutivo dovrà affrontare. Tra questi il sostegno per chi ha figli ed in particolar modo per le famiglie numerose. Il Movimento 5 Stelle ed il Partito Democratico con Liberi e Uguali dovranno definire le modalità con cui farlo ed eventualmente trovare le risorse necessarie.
Reddito di cittadinanza e sostegno alle famiglie, le parole di Conte
Recentemente a toccare l’argomento è stato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte il quale durante il discorso di lunedì alla Camera ha annunciato che tra i primi provvedimenti ve ne sarà uno “a favore delle famiglie con redditi bassi e medi”. Con l’obiettivo di “azzerare totalmente le rette per la frequenza di asili-nido e micro-nidi a partire dall’anno scolastico 2020-2021 e per ampliare, contestualmente, l’offerta dei posti disponibili, soprattutto nel Mezzogiorno”.
Reddito di cittadinanza e l’idea di assegno unico annunciata dall’ex ministro Fontana
L’ex ministro Lorenzo Fontana – prima del cambio di maggioranza alla guida del governo ed il passaggio dal governo giallo verde di cui faceva parte al gioverno giallorosso di cui è all’opposizione – ha più volte parlato della intenzione di promuovere “un assegno unico che va dai cento ai trecento euro per ogni bambino dai zero fino ai 26 anni”. Uno strumento con cui l’esponente leghista avrebbe voluto “contrastare il calo demografico”.
Assegno unico, come potrebbe funzionare
Secondo quanto anticipato dal Corriere della Sera anche il governo in carica, insediatosi da pochissimo, lavora alla introduzione di un assegno unico.
L’assegno sarebbe indirizzato a chi ha figli ma andrebbe a sostituire “tutti gli strumenti, deboli e parziali, che oggi esistono a sostegno delle famiglie con figli. A partire dagli assegni familiari, che si trasformano in una piccola detrazione in busta paga”.
Sempre in base a quanto scritto dal quotidiano milanese l’introduzione della misura sarebbe graduale. “Nel 2020 l’assegno potrebbe spettare solo a quei genitori che non hanno un lavoro che guadagnano meno di 8mila euro l’anno. Sul punto c’è un disegno di legge presentato alla Camera ad inizio legislatura dal Pd e messo a punto da Stefano Lepri. In base alla proposta lo Stato dovrebbe riconoscere, per ogni figlio a carico, un assegno unico sino ad un massimo di 240 euro fino a quando compie 18 anni. Invece dai 18 ai 26 anni l’importo sarebbe di massimo 80 euro. L’importo andrebbe calcolato sulla base del reddito familiare ed escluderebbe le famiglie con reddito superiore ai 100 mila euro. In sostanza si tratterebbe di un meccanismo simile a quello prospettato dal ministro Fontana. Come sempre c’è da fare i conti con le – spesso esigue – risorse statale. Inoltre sarà indispensabile tenere conto delle varie priorità del governo: su tutte la necessità di scongiurare l’aumento dell’Iva.
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