Prelievi bancomat tassati: importo minimo e come funzionerebbe la proposta
Per combattere l’evasione fiscale e reperire le risorse necessarie a incentivare l’uso dei pagamenti elettronici si potrebbero tassare i prelievi bancomat
Per combattere l’evasione fiscale e reperire le risorse necessarie a incentivare l’uso dei pagamenti elettronici si potrebbero tassare i prelievi bancomat. La proposta arriva dal centro studi di Confindustria.
Prelievi bancomat: 2% su importi superiori ai 1.500 euro al mese
La proposta del centro studi di Confindustria giunge mentre comincia a scaldarsi il dibattito sulla prossima Legge di Bilancio: tassare i prelievi superiori ai 1.500 euro mensili, secondo i calcoli dell’associazione degli industriali, porterebbe quasi 3 miliardi e mezzo di euro ogni anno nelle casse dell’erario. Tali risorse permetterebbero non solo di stringere il cerchio sugli evasori ma anche di reperire le risorse necessarie a finanziare l’incentivazione del pagamento elettronico.
Abolire il contante in Italia sarebbe divertente
Prelievi bancomat: cosa prevede la proposta di Confindustria
In sostanza, la proposta avanzata da Confindustria si muove su due piani: da una parte, appunto per incentivare l’uso della moneta elettronica, si dovrebbe garantire un credito d’imposta del 2% a chi effettua pagamenti con carte elettroniche e bonifici. Dall’altra, per disincentivare l’uso del contante, applicare una percentuale sui prelievi bancomat. Dunque, se si tassassero i prelievi superiori ai 1.500 euro al mese, non cambierebbe niente per il 25% degli italiani secondo Confindustria, si avrebbe un gettito di 3,4 miliardi all’anno.
Difficilmente, almeno in questi termini, la proposta ha qualche possibilità di diventare legge. Per quanto la lotta all’evasione fiscale sia un obiettivo prioritario per tutte le forze dell’arco parlamentare e le associazioni di commercianti ed esercenti, in generale, ritengono che un’iniziativa del genere potrebbe avere come primo e determinante effetto quello di deprimere i consumi delle famiglie italiane che già adesso risultano decisamente frenati. Molto più agevole sarebbe per esempio, anche se al momento non risulta al centro del dibattito sul tema, la proposta di alcuni esperti di consentire in dichiarazione dei redditi la deduzione di tutte le spese effettuate con mezzo elettronico.
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