Sul rimborso dei contributi Inps spesso si può fare confusione, visto che per ogni cassa e per ogni tipologia di lavoro e versamento contributivo possono esserci regole e tempistiche differenti. Ma che succede nel caso di contributi Inps versati in eccedenza? È possibile richiederne il rimborso? E, in caso, come fare? Andiamo a rispondere soffermandoci solo sul rimborso dei contributi versati in eccedenza. Per ulteriori informazioni sul rimborso dei contributi in generale, invece, vi invitiamo a leggere questo articolo.
Rimborso contributi Inps in eccedenza: quando si può richiedere
L’Inps informa che alcune categorie di lavoratori che hanno effettuato versamenti eccedenti rispetto ai contributi richiesti o a cui è stato riconosciuto un esonero contributivo o una riduzione che di fatto genera un’eccedenza di versamento, possono fare richiesta di rimborso di queste somme. Tale procedura può essere seguita da collaboratori lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata, artigiani e commercianti, lavoratori agricoli autonomi e datori di lavoro domestico. Tali contributi sono sempre rimborsabili, non ci sono termini di prescrizione.
Nell’eventualità in cui il titolare di un’attività abbia versato contribuzione Inps in eccedenza, ad esempio versando anche quelli riferiti a mesi dopo la chiusura dell’attività, questi potrà richiedere la restituzione dei contributi non dovuti rivolgendosi alla sede Inps territorialmente competente e presentando apposita documentazione che attesti il versamento eccedente e la cessazione del rapporto e chiedendo dunque quali modalità di rimborso seguire.
Nel caso di contributi versati in eccedenza con riferimento a quelli derivati da lavoro dipendente, il rimborso potrà essere effettuato seguendo i termini di prescrizione previsti (cinque anni).
Versamenti oltre il massimale
Con la circolare n. 63 del 9 maggio 2019 l’Inps ha fornito indicazioni sulla possibilità di recuperare la contribuzione versata in maniera eccedente rispetto al massimale. In questo caso il termine prescrizionale è di 10 anni: superato questo lasso di tempo le somme versate resteranno nelle casse dell’Inps e non contribuiranno a determinare l’importo dell’assegno pensionistico del lavoratore. Tale rimborso, precisa l’Inps, è applicato solo ed esclusivamente ai datori di lavoro con dipendenti che rientrano nel sistema contributivo e per i quali è stabilita la soglia massima di imponibile contributivo ammontante nel 2019 a 102.546 euro. Per ulteriori informazioni sulle modalità di rimborso dei contributi Inps versati oltre il massimale, si invita a leggere la circolare Inps, raggiungibile tramite questa pagina.
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