Sta facendo discutere in queste ore il ddl Pillon sull’affido condiviso, il mantenimento diretto e la garanzia di bigenitorialità. Su Twitter il nuovo ministro della Famiglia e delle Pari Opportunità Elena Bonetti ha già archiviato il disegno di legge promulgato dall’ex ministro leghista e quest’ultimo non ha esitato a replicare la sua opinione, che ovviamente è incentrata sull’importanza di quel Ddl. Ma cosa prevede il testo? Andiamo a sintetizzare i punti principali.
Ddl Pillon: cosa prevede il testo, i punti chiave
Tra i principali punti chiave che contraddistinguono il Ddl Pillon spicca quello relativo all’obbligo di mediazione familiare precedente la separazione definitiva della coppia con figli minorenni. L’obiettivo di questa mediazione, effettuata da esperti iscritti all’albo, è quello di redigere un piano genitoriale per realizzare una gestione condivisa dei minori efficace. Tra le critiche che riguardano questo punto si annoverano quelle relative all’aumento delle spese per i genitori che vogliono separarsi, che ovviamente dovranno pagare anche il mediatore familiare. Ma l’elemento più oggetto di critiche è quello che riguarda la coppia dove la separazione è la causa di violenza domestica, che prevede dunque la mediazione con il coniuge violento.
Come si applica il disegno di legge su separazione e affido
Si arriva poi al voler pareggiare il tempo trascorso con i figli tra i genitori separati. Testualmente si legge quanto segue: “Indipendentemente dai rapporti intercorrenti tra i due genitori, il figlio minore, nel proprio esclusivo interesse morale e materiale, ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con il padre e con la madre, di ricevere cura, educazione, istruzione e assistenza morale da entrambe le figure genitoriali, con paritetica assunzione di responsabilità e di impegni e con pari opportunità”. Questo porta come conseguenza l’abolizione dell’assegno di mantenimento, proprio in virtù del fatto che il tempo dei minori trascorsi con i genitori sarà equipollente. E pertanto la ripartizione egualitaria delle spese, tra quelle ordinarie e straordinarie, in base al reddito percepito (farà comunque fede il piano genitoriale di cui sopra). Altro aspetto considerato controverso è quello che riguarda l’obbligo per il minore di vedere anche il genitore che non vuole vedere: in questo caso il presupposto è che il figlio sia stato manipolato dall’altro genitore nella sua richiesta di non vedere il padre o la madre, ma potrebbe creare problemi e ripercussioni gravi nel caso in cui la separazione è diretta conseguenza della violenza domestica.
Elena Bonetti archivia il Ddl Pillon
Sta facendo discutere in queste ore un tweet pubblicato dal nuovo ministro della Famiglia Elena Bonetti. “Se mi hanno lasciato nel cassetto una copia del ddl Pillon?”, scrive il neo-ministro. “Non mi sono informata, ma per quanto mi riguarda resterà nel cassetto”. All’Ansa il ministro ha ribadito il concetto: “Nessun diritto alla genitorialità o bigenitorialità può essere anteposto al supremo interesse dei minori in linea con quanto stabilito nell’evoluzione del diritto di famiglia in Italia e nelle principali convenzioni internazionali. Auspico che queste tematiche non diventino terreno di battaglia ideologica”.
La replica di Pillon
La replica dell’ex ministro Pillon, autore del discusso Ddl, non si è fatta attendere. “Non molleremo mai, finché non sarà riconosciuto il diritto di tutti i bambini a stare con mamma e papà. Il PD vuole imporre l’agenda al M5S, tentando di bloccare la riforma dell’affido condiviso, senza neppur leggere il lavoro fatto in questi mesi sul testo unificato”.
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