La scissione operata da Matteo Renzi nel giorno del giuramento di viceministri e sottosegretari ha colto di sorpresa un po’ tutti. Dal Partito Democratico arrivano forti critiche, sia da ex renziani di ferro (con Alessia Morani in primis che chiamava all’unità e alla responsabilità), sia dai vertici del partito. Dario Franceschini è stato sicuramente il più duro, evocando scenari del secolo scorso. L’attuale ministro della Cultura e del Turismo ha voluto ribadire a Matteo Renzi che “le divisioni interne ai partiti nel 1921-1922 permisero al partito fascista di vincere le elezioni”.
Dal Movimento 5 Stelle non ci si espone più di tanto e lo stesso capo politico dei pentastellati, Luigi Di Maio, ha evitato di entrare nel merito della scissione. Tuttavia, ha voluto puntualizzare che “mentre il Partito Democratico si frammenta, noi rimaniamo l’unico vero polo alternativo nel panorama politico italiano. E se facciamo le cose dette, gli italiani ci daranno fiducia”. Lancia un avvertimento diretto a Matteo Renzi, comparandolo sottilmente con il leader del carroccio. “Di ‘Matteo’ che ogni giorno creava tensioni nel governo ne abbiamo già avuto uno. Ne abbiamo abbastanza. Una cosa è certa: io non tollererò tensioni di alcun tipo. Bisogna lavorare solo per gli italiani.”
Anche da palazzo Chigi trapela una certa tensione, a causa del timing “sospetto”. Conte è in stato d’allerta, così come gli altri leader dell’alleanza che sostiene l’esecutivo. Nonostante ciò, si comincia a parlare finalmente di programmi.
Luigi Di Maio parla del presente e del futuro: “pensiamo alla legge di bilancio”
Dopo la conclusione della conformazione del nuovo esecutivo, si può cominciare a parlare di temi e di programmi. E così, Di Maio chiede di fare un primo studio sulla legge di bilancio. Il capo politico dei 5 Stelle ha voluto ricordare che ci sono tre priorità assolute: disinnescare le clausole di salvaguardia (che comporterebbero l’aumento dell’IVA), tagliare il cuneo fiscale in favore dei lavoratori e, per ultimo, puntare sugli investimenti legati alla produzione ecosostenibile (a basso impatto ambientale) e sulle energie rinnovabili.
Altro punto cardinale dei 5 Stelle e che per Di Maio va messo in atto in tempi brevissimi è il taglio dei parlamentari. Il ministro degli Affari Esteri crede che il taglio dei parlamentari vada fatto entro la seconda settimana di ottobre. Vedremo se la scissione del PD porterà ad un rimescolamento immediato dei programmi.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it