Ignazio Marino a TP: “meno correnti, più merito”

Pubblicato il 9 Luglio 2009 alle 09:14 Autore: Lorenzo Pregliasco
Ignazio Marino, Pd

[ad]La meritocrazia può interessare i giovani, che però, specie in questa fase di crisi economica, sono toccati da un tema essenziale: quello del mercato del lavoro. Come si pone, per esempio, sul ‘contratto unico’ per superare la precarietà?
«Personalmente credo nella flessibilità, che va anche nell’interesse dei giovani lavoratori finché vuol dire possibilità di conoscere posti nuovi e fare esperienza. Ma dico no al precariato senza fine e senza speranza, noi dobbiamo proporre un sistema integrato in cui si conservino i trattamenti previdenziali tra una fase lavorativa e l’altra: non è possibile che un giovane sia costretto ad andare avanti di mese in mese con ogni volta un nuovo contratto a termine».

Immigrazione: che cosa ha da dire il centrosinistra? Alle volte balbetta, altre sembra rincorrere la Lega sul suo terreno.
“Guardi, oggi presenteremo il progetto di legge Bonino per regolarizzare un certo numero di immigrati che non sono stati regolarizzati nonostante le leggi degli ultimi anni. Ci vogliono regole chiare e rigorose, ma lo Stato deve fare la sua parte. Io ho fatto l’immigrato per diciotto anni in America, non mi è mai capitato di dover andare col sacco a pelo alle due di mattino davanti a un commissariato a prendere il numeretto, o a sgomitare per riuscire a riempire i documenti la mattina alle nove. Noi dobbiamo accogliere le persone con rigore, ma dare loro la dignità che spetta a ogni persona e se qualcuno ha un posto di lavoro deve essere aiutato nell’avere anche le carte in regola».

Abbiamo lasciato in coda il tema laicità: c’è chi la accusa di parlare solo di quello. E soprattutto c’è chi dice che se lei diventasse segretario il partito si spaccherebbe, coi cattolici pronti a far le valigie.
«Per me la laicità è un metodo; e poi, guardi, credo che il rischio di una spaccatura dell’elettorato cattolico non ci sia. Lo avverto dal numero di lettere ed e-mail che ricevo da suore, sacerdoti, religiosi, monaci, parroci: persone che si riconoscono in un messaggio cristiano di responsabilità nei confronti degli altri uomini, rispetto per la vita ma anche costruzione di uno Stato democratico e laico, dove ogni persona possa fare le proprie scelte. E lo vedo anche frequentando le persone con una formazione più tradizionale, come le amiche della mia mamma, che hanno 89 anni e non hanno mai perso una funzione in Chiesa, ma hanno una visione a volte molto più moderna di alcuni che usano la religione come strumento di offesa e non come fede».

Se dovesse scegliere tra avere, domani, in Italia una legge sul conflitto d’interessi o una legge restrittiva sul sistema televisivo, cosa sceglierebbe?
«Beh, il conflitto d’interesse potrebbe poi essere applicato alle reti televisive. Però secondo me la questione dell’informazione è altrettanto importante: considerando che oggi la tv purtroppo influenza non solo l’opinione, ma anche la cultura di un Paese, forse mi orienterei sulla televisione. Siamo un Paese anomalo, l’unico in cui chi governa può controllare gran parte della carta stampata e quasi tutte le reti tv».

Da una primaria all’altra: lei conosce da tempo Bill Clinton. L’anno scorso negli Stati Uniti avrebbe sostenuto Hillary Clinton o Barack Obama?
«Adesso sono anche cittadino americano, quindi la mia scelta l’ho fatta. Ho sostenuto Obama, pur con una certa fatica perché conosco personalmente Bill e Hillary. Barack Obama usciva dagli schemi e portava avanti messaggi più innovativi. Certamente se si fosse presentato Bill avrei avuto un grave travaglio».


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L'autore: Lorenzo Pregliasco