Di nuovo sul sesso, gli adolescenti e qualche ricordo d’Italia
Qualcuno, riguardo all’articolo sulla ipersessualizzazione delle minorenni sollevato da Fabio “che tempi signora mia” Volo, mi ha fatto notare che i testi citati avevano un target adulto, non minore. Cioè gli adolescenti non avevano (se non in minima parte) modo di leggere Nabokov, De Sade o Apollinaire.
In parte è vero, agli adolescenti certe letture venivano proibite e proprio per questo ci si fiondavano. Ma anche togliendole dagli scaffali, gli adolescenti iniziano a pensare al sesso attorno ai dieci anni – ricordate le mestruazioni? – e impiegano molto poco a capire come funziona e che potere ha.
Del resto, vendere ai minorenni l’idea del sesso è un mercato florido proprio perché è l’unico pensiero che hanno in testa. Lo vediamo tutti i giorni, da anni, e non ci facciamo caso. I videoclip sono un problema? Ma secondo Fabio Volo, a cosa servono le riviste da adolescenti? Noi compravamo Teletutto perché c’interessava sapere a che ora erano le previsioni del tempo e Ok il prezzo è giusto? La risposta è “no, ma noi siamo maschi, è diverso”. Bene, facciamo una carrellata dei settimanali per ragazze adolescenti.
Chissà cosa ci facevano con Mark Owen seminudo. Probabilmente ne studiavano la tonicità muscolare per capire se sarebbe stato in grado di sostenere la chitarra nel prossimo live, ma di certo possiamo escludere avesse a che fare con il desiderio sessuale. Sappiamo tutti che le donne non hanno la capacità mentale per capire certi argomenti, bisogna spiegarglieli con attenzione, altrimenti è un attimo che ZAN!, t’hanno introiato la figlia.
Già negli anni ‘70 le minorenni si prostituivano per pagarsi i viaggi, cosa magistralmente raccontata da Tognazzi su Dove vai in vacanza? Nel 1985 fece scalpore l’inchiesta sulle minorenni che si prostituivano per il motorino o per le vacanze. Nel 1989 fece scandalo il giro di prostitute minorenni in pieno centro a Torino che lo facevano “per jeans, gonne e stivali”. Succede di nuovo a Torino per cellulari e Vuitton nel 2018, o a Milano nel 1989: “ci piacciono le cose belle”.
Questi scandali emergono una volta l’anno, circa.
Io li chiamerei routine, ma sappiamo che il titolista è un mestiere infame.
La sola cosa che cambia è la motivazione che una società sostanzialmente sfigata, maschilista e bigotta gli appiccica sopra pur di non voler accettare che una donna, tanto quanto un uomo, nell’adolescenza scopre il proprio corpo e decide di farci quello che le pare. È impossibile: dev’essere colpa del demonio, o di certi libracci, o di certe rivistucole oscene, o del materialismo occidentale, o della sodoma e gomorra craxiana, o di Marilyn Manson, o del berlusconismo, o di Ariana Grande che canta addirittura VESTITA DI ROSA A PECORA!!1!!
Ripeto: finché continueremo tapparci le orecchie e dire LA LA LA NON SENTO, finché per non offendere la sensibilità delle famiglie bigotte continueremo a non fare educazione sessuale nelle scuole, a non avere un vero, serio e concreto lavoro di prevenzione e informazione, gli adolescenti continueranno a scopare e a prostituirsi oggi come mille anni fa, solo che ci saranno molte più gravidanze e molte più malattie sessualmente trasmissibili.