Il reddito di cittadinanza è al centro delle discussioni relativamente alle attività che il nuovo esecutivo dovrà affrontare già nelle prossime settimane. È molto probabile, in tal senso, che la misura di contrasto alla povertà venga rivisitata con alcuni correttivi che vanno nella direzione di renderla più incisiva. Il rischio paventato da molti è che per come è impostata alla fine non produca gli effetti sperati.
Reddito di cittadinanza, cosa ne pensa il presidente del Consiglio Conte
Ospite della VI edizione delle Giornate del Lavoro promossa dalla Cgil anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte (ha parlato anche di Quota 100) si è soffermato sul Reddito di Cittadinanza. In maniera abbastanza esplicita Conte, oggi alla guida di un governo giallo-rosso, ha fatto riferimento alla possibilità di possibili cambiamenti. “Sul reddito di cittadinanza – ha dichiarato Conte – dobbiamo continuare a lavorare perché sul piano attuativo ha lasciato perplessi in molti la forza delle strumento, che risiede nel fatto di recuperare nel circuito occupazionale persone emarginate dal mercato del lavoro. Serve un contributo da parte delle Regioni e di Anpal per riqualificare professionalmente i beneficiari e offrire loro nuove opportunità”.
Reddito di cittadinanza, anticipo della revoca in caso di mancata presentazione?
Una delle ipotesi al vaglio del governo riguarda l’anticipo della revoca dell’assegno. Al momento le regole attuali sono le seguenti:
- Decurtazione di una mensilità di Reddito in caso di prima mancata presentazione;
- Decurtazione di due mensilità di Reddito in caso di seconda mancata presentazione;
- Decadenza dalla prestazione in caso di ulteriore mancata presentazione.
La proposta sul tavolo, per rendere più efficace l’impianto complessivo del reddito di cittadinanza, prevede di anticipare la revoca del beneficio. E anziché al terzo appuntamento, tagliare fuori dalla platea di beneficiari della misura di contrasto alla povertà già al primo o al secondo appuntamento non rispettato.
I risparmi e i controlli
Gli altri elementi della discussione riguardano i risparmi che certamente ci saranno e sono dovuti alle stime eccessive sviluppate prima del lancio della misura. Sinora hanno aderito al reddito di cittadinanza meno persone di quelle che ci si aspettava. Inoltre si parla con insistenza della necessità di potenziare i controlli per stanare i cosiddetti furbetti. Ovvero rendere più stringenti sia le verifiche preliminari degli uffici in ordine alle domande accolte e rifiutate e sia i controlli per accertare che chi percepisce il reddito stia comunque continuando a lavorare in nero.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it