Di Maio su migranti: “soluzione politica, no all’uso della forza”
Di Maio su migranti: “soluzione politica, no all’uso della forza”. Il leader M5S esordisce come ministro degli Affari Esteri alle Nazioni Unite.
Di Maio esordisce come ministro degli Affari Esteri accompagnando il premier Giuseppe Conte all’ONU. Il tema centrale è stato il riscaldamento globale. Il discorso della giovane attivista Greta è stato molto discusso e il tema si conferma di assoluta centralità per l’agenda politica mondiale.
A margine dell’assemblea alle Nazioni Unite, Di Maio si è fermato a parlare con i giornalisti, concentrandosi su due grandi temi: immigrazione e situazione libica. Sul tema migratorio ha espresso una certa soddisfazione per i passi in avanti compiuti dalla ministra Lamorgese ma sottolinea: “c’è bisogno di una soluzione diversa”. Per Di Maio, una delle cause principali dell’ondata migratoria risiede nell’instabilità politica della Libia. Ne ha parlato così, ai microfoni dei corrispondenti.
Di Maio sulla Libia: “necessaria soluzione politica, diplomatica”
“Io credo che siamo tutti coscienti della situazione critica che vive la Libia. Ma da un lato, l’Italia non rinuncia alla legittimità del governo di Sarraj, ma riconosce come interlocutore anche la Cirenanica. Pensiamo che quindi interloquendo con tutte le forze riconosciute dalla popolazione, si possa trovare una soluzione politica, con il dialogo. Non si può far fronte al conflitto con l’uso della forza. L’ho detto più volte e lo continuo a dire. L’unica via è quella politica e diplomatica. Noi abbiamo un percorso: incontrerò vari ministri che rappresentano il Mediterraneo allargato ed è molto importante stabilire nuove relazioni. Sia qui alle Nazioni Unite sia nella conferenza di Berlino (che si terrà nelle prossime settimane) ci possa essere un’unica voce da parte di tutti i Paesi coinvolti. Nessuno – né un Paese europeo né extra-europeo – deve pensare di fare corse in avanti che possono solo far male alla situazione libica.”
Oltre il tema migratorio
Di Maio vuole mettere in risalto l’importanza strategica della stabilità del paese nordafricano, rimarcando che “la Libia non ha a che vedere solo con l’emergenza dei migranti. Può anche essere un problema legato al terrorismo e alle occasioni commerciali che possono avere le nostre aziende sul territorio, con il quale c’è già una relazione storica.”
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