Ci sono delle novità importanti sul fronte ambientale che partiranno dal 2021. Infatti, a inizio ottobre la Commissione europea ufficializzerà la direttiva Ecodesign, su cui è stato già raggiunto un accordo tra gli Stati membri, che prevede la possibilità di avere ricambi elettrodomestici fino a 7 anni dalla loro commercializzazione. Tempistiche che possono subire anche delle variazioni per alcune componenti specifiche. L’obiettivo ultimo è quello di evitare il ricambio degli elettrodomestici a causa delle mancanza di pezzi da riparazione o sostituzione e quindi ridurre l’ingente carico di rifiuti.
Ricambi elettrodomestici: cosa cambia dal 2021
Gli elettrodomestici compresi nella direttiva per i quali i ricambi saranno disponibili per 7 anni dalla loro messa in commercio sono le classiche lavatrici, così come le lavastoviglie, i frigoriferi. Rientrano nel novero dei dispositivi anche i televisori e i display, e parimenti i server, i cui pezzi di ricambio dovranno essere a disposizione per almeno 8 anni. Nell’elenco, di contro, risultano assenti gli smartphone. La nuova direttiva spingerà dunque gli utenti a effettuare più riparazioni al posto di acquistare nuovi elettrodomestici perché gli aggiustamenti o le sostituzioni dei pezzi risultano impossibili a causa della loro mancanza.
L’altra novità, comunque correlata, riguarda l’imposizione di commercializzare elettrodomestici e dispositivi che seguano un design più agevole per riparazioni e sostituzioni e che, sotto l’aspetto energetico, consumino meno.
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I lati positivi e negativi della nuova direttiva Ecodesign
Tale aspetto ha i suoi lati positivi e negativi, come spiega il portavoce dell’European Environmental Bureau e Coolproducts Mauro Anastasio al Salvagente. “L’Ecodesign e le etichette energetiche hanno già aiutato i consumatori europei a ridurre le bollette dell’elettricità. Con i nuovi criteri di riparabilità avremo anche modo di estendere la vita dei nostri elettrodomestici, aiutandoci a diminuire lo spreco di risorse importante e ridurre ancora maggiormente l’impatto climatico di questi prodotti”. L’altra faccia della medaglia, invece, cela alcune perplessità. “C’è molto lavoro da fare ancora”, afferma Anastasio. “Le parti di ricambio, ad esempio, saranno rese disponibili solo a riparatori professionisti”, un elemento che andrebbe a escludere i centri di riparazione e a favorire le grandi aziende.
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