Dove vanno i soldi pubblici
Chiunque abbia fatto assistenza a disabili e anziani sa quanto sia un’ottovolante di emozioni. Un momento ridi, quello dopo vorresti sotterrarti, quello dopo c’hai i lacrimoni e ti par di avere due incudini sulle spalle. Un anno con loro ti fa scoprire l’essenza dell’essere umano, ti fa capire come l’età adulta e la salute siano in realtà un’eccezione breve e transitoria, nella vita. Siamo animali dipendenti dal branco che si ammalano, si sporcano, hanno paura, fanno idiozie, non sanno gestire le emozioni, dicono spropositi e si sentono soli.
Tutto questo non c’è, in Internet. Molti disabili e anziani non hanno un account social, e sono assenti dalle quotidiane indignatio lavandaiae o nelle litigate. Nessuno ne sente la mancanza. Per molti, gli anziani e i disabili sono imbarazzanti perché non conoscono la dialettica digitale e soprattutto gli ricordano concetti che preferiscono allontanare. Tipo che quella vecchia scimmia che riconosce il suo primo veterinario saremo noi.
Quindi non esistono.
Stanno nel loro mondo di cui non si parla, non si vede, non si sa nulla.
La tenuta presidenziale di Castel Porziano è una delle tre residenze del Presidente della Repubblica e ci può entrare chiunque lavori al Quirinale. Oltre che giusto – il Presidente della Repubblica non è che può vivere o ricevere ospiti e delegati in un appartamento – è un’idea splendida, al netto delle proteste proteste dei meschini.
È stata edificata prima del V d.C. e dai romani è passata al Vaticano, poi nel 1568 a una famiglia fiorentina, poi nel 1823 del duca Grazioli e nel 1872 al Re, che la trasforma nella sua tenuta di caccia. Su quei pavimenti, tra quelle pareti, è passata l’intera Storia del nostro paese.
Guardi le foto e respiri quell’atmosfera sonnacchiosa e indolente tipicamente italiana, con l’odore della pineta, le cicale e i rintocchi di campanile che la domenica mattina ti fanno dire “sì, ne vale la pena”. E sospetto che se lavori al Quirinale, tu abbia un continuo bisogno di sentirtelo ripetere.
Mattarella ha deciso di aprirla a tutte quelle persone dimenticate e ai volontari che scelgono di passare le loro giornate ad aiutare i meno fortunati invece di litigare in Internet sui film di Tarantino. Ci sono eventi, manifestazioni, presentazioni.
Oggi è uscito il video con il resoconto della giornata e oltre ad essere dolce, è un piccolo spiraglio su un mondo sommerso. Va guardato subito dopo che abbiamo pagato le tasse, o quando sentiamo parlare del sempiterno spreco di soldi pubblici. Perché una banalissima giornata di sole al mare, anche grazie ai miei soldi, per queste persone è qualcosa di eccezionale, unico, irripetibile. Un ricordo che gli rimarrà per tutta la vita.
«Come si chiama quello lì?»
«Mattarella.»
«GRAZIE SIGNOR MATTARELLA»