Governo M5S-PD: cuneo fiscale, l’esecutivo accelera il taglio

Pubblicato il 25 Settembre 2019 alle 16:48 Autore: Alessandro Faggiano

Governo M5S-PD: cuneo fiscale, l’esecutivo accelera il taglio. Si parla di 5 miliardi da investire per stimolare i consumi. La platea è ancora da definire.

Governo M5S-PD: cuneo fiscale, l'esecutivo accelera il taglio
Governo M5S-PD: cuneo fiscale, l’esecutivo accelera il taglio

È tempo di proposte per l’esecutivo giallorosso, che cerca di arrivare alla legge di bilancio con qualche risultato concreto. Di recente, il premier Giuseppe Conte ha parlato dell’importanza della lotta all’evasione fiscale, esprimendosi in termini molto decisi e definendola come una delle maggiori iniquità del sistema. Sempre rimanendo in tema di fisco e tasse, è considerata già archiviata la flat tax, che era la proposta cardine della Lega e del centrodestra unito. Al suo posto, l’esecutivo trainato da M5S e PD formulerà una proposta di riforma fiscale che dovrebbe prendere, in primis, il taglio del cuneo fiscale. Il taglio del cuneo fiscale consiste nella riduzione delle imposte dirette (Irpef) sul reddito da lavoro dipendente.

Il governo M5S-PD propone taglio del cuneo fiscale per rilanciare i consumi

Parliamo, quindi, di un alleggerimento fiscale a vantaggio del lavoratore, stimato in circa 500 euro in più all’anno. Il costo della manovra dovrebbe aggirarsi sui 5 miliardi di euro e sembra che le coperture verranno trovate attraverso il taglio ad altre voci di spesa. Conte ha parlato così da New York: “Questi fondi che andremo a recuperare saranno a favore dei lavoratori. Vogliamo fare in modo che i lavoratori abbiano in busta paga più soldi da spendere.” L’idea è quindi rilanciare i consumi, favorendo la ripresa dell’economia e, indirettamente, del mercato del lavoro, attraverso un incremento delle assunzioni.

Governo M5S-PD: i termini sul taglio del cuneo fiscale sono ancora da decidere

Non è stata ancora stabilita la platea di riferimento che godrà dei benefici del taglio del cuneo fiscale. Si parla dei redditi fino a 26.000 euro – coincidendo con le soglie del bonus Renzi – o fino a 35.000. Ovviamente c’è una differenza importante, legata sia ai costi finali del taglio, sia agli effetti prodotti. Una platea più vasta godrebbe di un minor vantaggio relativo.

Ancora da decidere, inoltre, se versare una simil “quattordicesima” nel mese di luglio (cercando di stimolare i consumi in quell’epoca dell’anno), o se spalmarli in busta paga.

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L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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