Illuminazione pubblica Italia: quanto costa e come si può risparmiare
Quanto spende l’Italia per l’illuminazione pubblica? È possibile risparmiare? Ecco cosa dicono gli studi più recenti in merito alla questione
Quanto spende l’Italia per l’illuminazione pubblica? È possibile risparmiare? Ecco cosa dicono gli studi più recenti in merito alla questione.
Illuminazione pubblica Italia: quanto spendiamo?
Secondo uno studio condotto dall’Osservatorio sui conti pubblici italiani dell’Università Cattolica del Sacro Cuore l’Italia è il paese che spende di più per l’illuminazione pubblica in tutta Europa: circa 1,7 miliardi di euro nel 2017 (quasi 29 euro pro capito quando la media europea è di poco meno meno di 17 euro pro capite). Nello stesso anno per illuminare strade e uffici statali sono stati utilizzati 6mila GWh, in pratica 100 kWh pro capite, il doppio della media continentale di 51 kWh.
Portogallo, Spagna e Italia: i paesi che sprecano di più
Negli ultimi tempi sulla questione è tornato a far luce, è il caso di dirlo, uno studio degli studiosi Fabio Falchi e Riccardo Furgoni dal titolo Light Pollution in Usa and Europe: the good, the bad and the ugly pubblicato sul Journal of Environmental Management. Stando a quanto analizzato rapportando flussi luminosi e densità della popolazione – ed escludendo i paesi scandinavi caratterizzati soprattutto in alcune zone da una scarsissima popolosità – i paesi europei con la maggiore quantità di luce pro capite sprecata sono Portogallo, Spagna e Italia (i più virtuosi quelli dell’Europa centrale e orientale). Anche se i flussi luminosi sono rapportati al Pil si forma la stessa classifica: i paesi più ricchi sono quelli in cui si spreca meno l’illuminazione pubblica.
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Le province italiane più virtuose e meno virtuose
Tra l’altro, sempre nel lavoro di Falchi e Frugoni viene redatta una classifica delle province in base allo spreco di illuminazione pubblica. La più virtuosa è Napoli (567esima su 1359 province europee), dopo Bolzano e Genova, si posiziona Palermo (tuttavia, nei primi trenta posti sono presenti solo sei città meridionali, cioè Catania, Reggio Calabria, Messina e Caserta). Detto ciò, ben 58 province italiane su 110 stanno nell’ultimo 20% della classifica europea. Come si può migliorare? Per esempio, tra le ipotesi con effetti a breve-medio termine, sarebbe possibile valutare lo spegnimento dell’illuminazione pubblica nelle aree extraurbane e nelle aree artigianali e industriali. Nel lungo periodo, invece, si dovrebbe passare all’illuminazione a led e all’impiego sistematico di sensori di movimento e illuminazione adattiva.
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