Arriva il primo banco di prova per il governo giallorosso, tra l’altro già estremamente impegnativo: bisogna discutere del def (il documento di economia e finanza). La legge di bilancio per il 2020 è ancora in fase di gestazione ma si comincia a discutere su un tema cardine come il possibile aumento dell’iva. In questo momento, si è sviluppata un’asse tra pentastellati e renziani, i quali non vogliono alcun aumento dell’iva (né, in generale, introdurre nuove tasse). Di Maio assicura che “l’iva non può aumentare, né nell’aliquota minima, né nell’intermedia, né in quelle più alte. Se poi vogliamo far pagare di meno a chi usa le carte di credito va benissimo.”
Il capo politico del Movimento 5 Stelle, inoltre, vorrebbe introdurre da subito le coperture per il salario minimo orario, altro cavallo di battaglia del Movimento da quando è al governo. Anche qui si prevede uno scontro con gli altri attori che sostengono l’esecutivo. Probabile l’appoggio di LeU, mentre ci sarà da discutere sia con i “dem” che con i renziani.
Le possibili soluzioni per la legge di bilancio 2020
Il terreno di scontro è insidioso e bisogna pensare a come evitare l’aumento di una delle imposte più remunerative per eccellenza per lo Stato – da un lato – e mantenere alcune promesse o politiche determinate già messe in campo. Si discute, per esempio, sulla modifica di quota 100. L’ipotesi, però, sembra essere decisamente remota e lo stesso ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha voluto assicurare che “né il reddito di cittadinanza né quota 100 saranno toccati dalla prossima finanziaria”.
Tra le idee più accreditate per far quadrare i conti per la prossima legge di bilancio, c’è l’idea di incrementare il deficit di 0,1 o 0,2 punti rispetto a quello attualmente previsto (attualmente ipotizzato al 2,2%). Piccoli incrementi che consentirebbero al governo di evitare l’aumeto delle tasse, pur aprendo così un possibile conflitto con Bruxelles.
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