Il crocifisso nelle scuole è stato spesso un tema molto dibattuto nel nostro Paese. È più rispettoso, per le tradizioni religiose del Paese, tenerlo oppure rimuoverlo in segno di rispetto di chi cattolico non lo è e all’insegna della laicità di un Paese che si è sempre dichiarato tale? Questo interrogativo ha spesso alimentato un polemico dibattito, soprattutto tra forze politiche apposta. E le recenti dichiarazioni del nuovo ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti sul merito fanno già discutere.
Crocifisso nelle scuole: cosa ha detto il ministro Fioramonti
Ospite alla trasmissione radiofonica Un giorno da Pecora, il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti ha affermato di credere in una scuola laica. “Ritengo che le scuole debbano essere laiche e permettere a tutte le culture di esprimersi non esponendo un simbolo in particolare”. Nonostante ciò, quello del crocifisso nelle aule scolastiche non è un tema prioritario, infatti il ministro ha precisato che il Governo non ha ancora pensato a un qualche provvedimento specifico. La questione, spiega il ministro, è “divisiva, quindi può attendere”. Meglio comunque non esporre alcun simbolo religioso piuttosto che esporne tanti, per evitare “l’accozzaglia”. Al posto del crocifisso, allora, sarebbe preferibile mettere “una cartina geografica del mondo con richiami alla Costituzione”, e neppure la foto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, perché “anche lui non sarebbe d’accordo”.
Crocifisso nelle scuole: le reazioni della politica
La dichiarazione di Fioramonti ha suscitato in breve tempo una serie di reazioni da ogni lato della politica. Molto duro il leghista Roberto Calderoli, che ha elencato le recenti azioni di Fioramonti, dal voler tassare le merendine, alla giustificata assenza per l’adesione alle manifestazioni sul clima, dall’appoggio allo ius culturae alla rimozione dei crocefissi nelle scuole.
Anche da Forza Italia la reazione non si è fatta attendere: “Il crocifisso non è un elemento di arredo”, ha commentato Mariastella Gelmini, “ma testimonia le radici del nostro Paese. La laicità che il ministro liberamente rivendica è diretta conseguenza proprio delle radici cristiane dell’Italia e dell’Europa”.
Rumore anche dalle parti di Fratelli d’Italia, con la leader Giorgia Meloni che ha affermato: “Io lo vedo bene il crocifisso in aula, e la cartina del mondo con richiami alla Costituzione negli uffici del M5S, così imparano dove sta Matera e cosa dice l’art. 1 della Costituzione”, con riferimento alla “sovranità” che “appartiene al popolo”.
Non è mancata la risposta di Davide Faraone (Italia Viva) al ministro pentastellato. “Lascia stare merendine, crocifisso, foto di Mattarella, giustificazioni. Pensa a fare il Ministro. Ripristiniamo l’Unità di Missione sull’edilizia scolastica?”
“Prima l’idea di tassare merendine e bibite, adesso l’idea di togliere i crocifissi dalle aule. Ma questo è un ministro o un comico?”, ha replicato Matteo Salvini.
Rifiuto categorico anche da parte dell’ex ministro dell’Istruzione Beppe Fioroni (PD): “Il ministro, di questi tempi, è sotto pressione: vive un piccolo calvario. L’elenco delle urgenze sarebbe troppo lungo”. Sul crocifisso nelle scuole: “Mi sembra opportuno ricordare che duemila anni di storia costituiscono un patrimonio indisponibile dell’Italia in quanto tale”.
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