I cartelli stradali sono tutti quei segnali che il Codice della Strada prevede, per motivi di sicurezza e di corretta circolazione dei veicoli, nei confronti degli automobilisti che viaggiano sulla rete viaria italiana. I cartelli stradali li troviamo ovunque, ma non sono posizionati senza una logica; anzi, sono regolati da una normativa ad hoc, che ne disciplina colore, dimensione, forma, significato ed altri requisiti essenziali. Vediamo allora quando sono da considerarsi validi e pertanto quando sono applicabili.
Cartelli stradali: qual è la finalità e quando sono validi
I mezzi a motore viaggiano seguendo le indicazioni previste dall’apposita segnaletica, mirata a regolare appunto traffico, soste e fermate. In caso di mancata osservanza, il rischio di incappare in una multa per contravvenzione alle regole del Codice della Strada, è molto alto. Tali segnali rappresentano una sorta di linguaggio in codice, che si impara a scuola guida e che è necessario ricordare ogni volta che ci si mette in marcia con il proprio veicolo.
Sono ordinanze ed autorizzazioni, vale a dire provvedimenti di matrice pubblica, a determinare la loro collocazione sulla rete stradale, in modo che nulla sfugga alla disciplina del Codice della Strada. Infatti, Comuni, province e tutti i proprietari o amministratori di strade debbono regolare la circolazione e il traffico stradale attraverso i cartelli stradali, emanando obbligatoriamente specifiche ordinanze, che ne giustifichino l’apposizione e i cui estremi vanno indicati nel cartello stradale stesso. Altrimenti il cartello potrà essere contestato come abusivo.
Le dimensioni dei cartelli: i requisiti
A questo punto veniamo all’argomento principale dell’esposizione, vale a dire le dimensioni dei cartelli stradali, considerate a norma di legge. Per quanto attiene ai segnali di pericolo – quelli con forma di triangolo equilatero con vertice verso l’alto – essi hanno il fondo bianco e bordo rosso con simboli neri. I segnali di dimensioni ordinarie hanno il lato lungo 90 cm, mentre quelli dimensioni ridotte hanno il lato di 60 cm.
Secondo il Codice della Strada debbono essere posizionati alla distanza di 150 m dal punto da segnalare, tranne quando impossibile: in queste circostanze, la minore distanza dovrà essere indicata su un pannello rettangolare supplementare.
I cartelli stradali di prescrizione, che si suddividono in segnali di divieto e segnali di obbligo, hanno forma di disco, ossia circolare; i segnali di dimensioni ordinarie hanno il diametro di 90 cm, invece quelli di dimensioni ridotte hanno il diametro di 40 cm; vanno posizionati nel punto in cui ha inizio il divieto o l’obbligo, tranne quelli che indicano un limite di velocità, il divieto di svolta o le direzioni consentite, che infatti vanno messi qualche metro prima del punto da indicare.
A parte i segnali previsti dal Codice, la fine dell’imposizione di legge va segnalata con lo stesso segnale utilizzato per indicarne l’inizio, ma con un cartello supplementare su cui compare la scritta “FINE” in nero su sfondo bianco.
I cartelli stradali di forma rettangolare sono invece quelli che danno utili informazioni e dati a chi guida e si suddividono in varie sottocategorie, tra le quali – ad esempio – si trovano i segnali di preavviso, di direzione, di itinerario, di località e di identificazione strade. Essi, per legge, hanno una larghezza ordinaria di 60 cm e un’altezza ordinaria di 90 cm. Ricordiamo infine le misure di alcuni particolari cartelli, quello di stop (di forma ottagonale), con altezza e larghezza di 90 cm (se ridotto di 60 cm), e quello, anch’esso molto comune, indicante il parcheggio, a forma di quadrato, con misure ordinarie pari a 60 cm di lato (40 cm se ridotto).
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it