Si avvicina sempre più il giorno del taglio dei parlamentari, promessa di punta del Movimento 5 Stelle e portata avanti con vigore dal capo politico dei pentastellati, Luigi Di Maio. Il numero di parlamentari passerà da 945 a 600: una riduzione, quindi di 345 unità.
Chi è a favore e chi contro al taglio dei parlamentari: la maggioranza è compatta
La commissione Affari Costituzionali della Camera ha approvato la riforma costituzionale per il taglio dei parlamentari. Soddisfazione da parte di tutte le forze della maggioranza, che hanno votato, compatti, a favore. Mancano i delegati di Lega e Fratelli d’Italia, ma non dovrebbero far mancare, se non il loro appoggio, almeno un’astensione. Salvini ha parlato dei leghisti come persone non attaccate alle poltrone e, pertanto, sosterranno la manovra. Di Maio ha attaccato Salvini in più di un’occasione su questo tema, accusandolo di voler tornare al voto per evitare il taglio del numero dei parlamentari.
Gli unici gruppi contrari alla proposta del Movimento 5 Stello sono Forza Italia e +Europa.
A riferire in aula sarà il pentastellato Giuseppe Brescia, relatore nonché presidente della Commissione Affari Costituzionali.
Dopo il taglio, sarà la volta della legge elettorale
Il taglio di 345 parlamentari dovrà essere accompagnato da una riforma elettorale. E lì si gioca una partita importantissima. Zingaretti ha assicurato di non volere un proporzionale puro o che, qualora si rientrasse in quel sistema, sarebbe necessario avere una soglia di sbarramento abbastanza alta. Il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle potrebbero così trovare un punto d’incontro su un proporzionale con alte soglie di sbarramento (presumibilmente, almeno il 4%).
Rimanendo in ambito di riforme elettorali, ben presto si dovrebbe allargare la platea dei votanti per il Senato attraverso l’abbassamento del requisito anagrafico (dai 25, si abbassa fino a 18 anni). Poi, si potrà pensare all’ulteriore abbassamento della soglia anagrafica, per garantire il diritto di voto anche ai sedicenni. Tutto parte, in ogni caso, da questo storico taglio del numero dei parlamentari. La discussione è prevista per il 7 ottobre. Il voto, invece, per il giorno successivo.
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