Le avventure economiche della famiglia Bramboni (1° parte)

Le avventure economiche della famiglia Bramboni (1° parte)

[Questo articolo è stato scritto con il misterioso signor Vigor Sagitta]

La famiglia Bramboni abita nella bassa Romagna, a Montagnate Perignano, quasi al confine con le Marche. È una tipica famiglia italiana con parenti sparsi tra nord e sud: sono nonno Gianni, ex operaio nel campo distribuzione elettrica e ora decoroso pensionato; papà Roberto, quadro aziendale nel settore logistica; mamma Luisa, segretaria part-time in una piccola azienda produttiva e casalinga; i figli Marco, 30enne neoassunto in campo IT e Francesca, 26enne studentessa di Scienze della Comunicazione.

Abitano in una discreta villetta di proprietà costruita da nonno Gianni negli anni ’60 e che oggi vale 200.000 euro.

Insomma, sono benestanti, ma non ricchi.

Complessivamente hanno un reddito lordo cumulato annuo di 140.000 euro che, tolte tasse e detrazioni, diventano 100.000 euro netti con cui pagare cibo, bollette, trasporti, manutenzione di casa e auto, carburante, retta universitaria, dentista, visite, ma anche le rate di mutui e prestiti che ognuno di loro ha aperto negli anni.

La villetta è stata pagata molti anni fa, ma per spese, vacanze, seconda e terza auto e altre cose di cui diremo in una prossima puntata, i Bramboni negli anni hanno chiesto soldi in prestito alle banche ipotecando la villetta, mettendo in pegno alcuni gioielli, garantendo coi propri stipendi; hanno pure chiesto qualcosa ad amici e vicini di casa.

Nel complesso hanno un debito di 130.000.

Molti dei quali da restituire entro 3, 5 e 10 anni, con interessi piuttosto alti. Per sdebitarsi dovrebbero pagare circa 30.000 euro l’anno per 5 anni, sottraendoli alle altre spese. Invece preferiscono chiedere prestiti nuovi per ripagare i prestiti vecchi. In questo modo lasciano quasi intatto il totale del debito e si caricano solo gli interessi, circa 5.000 euro all’anno. Però gli rimane a disposizione quella differenza di 25.000 euro che altrimenti dovrebbero usare per sdebitarsi.

“È stato il figlio”, regia di Daniele Ciprì. 2011

Oltre alle spese necessarie, amano anche godersi la vita.

I Bramboni si dedicano anche a regali di Natale, ferie ad agosto e settimana bianca, abiti firmati, palestra per Marco e Zumba per la mamma, corsi di recupero per Francesca, l’appassionante videopoker di nonno Gianni e i regali per l’amica di papà Roberto, Ekaterina Viborowa, una vertical performer in un locale pieno di pali d’acciaio.

Ogni anno la famiglia Bramboni spende tutto quel che ha. I membri della famiglia non risparmiano niente, anzi: da quarant’anni chiedono soldi ovunque possano (si va dall’amico di famiglia al semi-strozzino in odore di criminalità, passando per il titolare dell’Azienda in cui si lavora da una vita) e anno dopo anno incrementano il debito con 2.000, 3.000, 5.000 euro.

Non solo non stanno ripianando il debito di 130.000 euro (non lo stanno nemmeno intaccando, riescono solo a rimandare in avanti le scadenze rinnovando i debiti) ma ci aggiungono, ogni anno, un pezzettino di debito nuovo. Basta che uno di loro venga licenziato, o che la villetta si deprezzi, o che qualcuno abbia un impiccio di salute serio, e i debiti rischiano di rimanere insoluti.

1954. Augusto Colombo e Maria Sassi. Seduti, da sinistra, i figli Cesare, Fausto ed Arturo

E ogni anno le banche, gli amici e i vicini di casa si sono fatti un po’ diffidenti.

Chi presta loro i soldi ha visto come i Bramboni li spendono, e ha visto che non hanno intenzione nemmeno di cominciare a ripianare i 130,000. Perciò sentirsi chiedere ulteriori soldi ogni anno, da mettere in cima alla montagna di debiti, comincia a non piacergli più.

Tra l’altro i Bramboni, quando sono nervosi o hanno alzato un po’ il gomito, usano prendersela con gli stessi creditori, banche o amici poco conta, lamentandosi del poco denaro a prestito che gli è stato concesso e del fatto che, con quei quattro spicci, non possono cambiare stile di vita e fare le grandi cose che meriterebbero.

Per il 2019 vorrebbero chiedere 5.000 euro in prestito o più, 10.000 se potessero. Ma sanno che troverebbero porte chiuse, perciò il papà va in giro e prova a chiederne 2.400. Amici e vicini rispondono che il 2,4% sono troppi, e il padre scoppia a ridere: “Ma no, che 2,4%, dicevamo 2,04%! Avete capito male, non volevamo 2,400 euro, solo 2,040!”

Anche così il padre incontra una certa resistenza e quindi promette, come ogni anno, che stavolta i soldi saranno ben impiegati: serviranno a rifare l’allaccio fognario della casa che perde, a pagare le multe arretrate, a sanare il garage della villetta, a pagare due o tre artigiani e fornitori locali che hanno conti in sospeso da mesi e anni.

Banche e amici sospirano e tirano fuori i soldi.

Il padre tutto contento torna a casa, e qui succede la meraviglia che vedremo nella prossima puntata.