Stanotte è apparso un supereroe italiano

Stanotte è apparso un supereroe italiano

Ario ha 35 anni e capelli neri, il suo piano di sfondare nel rap l’ha condotto a fare il muratore pregiudicato in periferia di Torino. Nel 2009 ha sposato Gennifer, 29 anni, un bionda tutta piercing e canzoni tatuate il cui piano di lasciare scuola per conoscere un calciatore in discoteca l’ha condotta a preparare Camogli alle cinque di mattina. Il loro è un matrimonio frizzante, sbronze domestiche tra Baileys e apriamo un chiringuito ai Caraibi, i crimini degli immigrati, il Reddito di cittadinanza ma poi ci controllano, se mi tradisci t’ammazzo e i mitici anni ‘90.

Lunedì 7 ottobre 2019

Era una cena come tante, Striscia la notizia li stava informando sull’attualità quando Gennifer nota la bocca semiaperta di Ario mentre guarda Shaila Gatta ballare. La detonazione di squittii uterini è classificato livello 5 sui drammometri del Piemonte, ma Ario non è tipo da subire la devastazione dei propri testicoli senza reagire: esce sbattendo la porta, lontano dall’ammorbante gelosia della consorte. Vuole sentire l’aria fresca sulla faccia a bordo del suo pandino pimpato; purtroppo, ben cinque anni fa, lo Stato gli ha sequestrato la patente. Da allora non l’ha mai più avuta.

L’idea alternativa

Ario si improvvisa Bilbo Baggins, siede sulla scalinata del palazzone a fumare la pipa col crack e pensa alla vita. Dopo copiose boccate ha un’idea: vuole sentire l’aria fresca sulla faccia a bordo del suo pandino pimpato, e anche andare a puttane. Compiaciuto, mette via la pipa, accende il bolide che subito lo accoglie con HA! BABY K! e un rombo mostruoso proveniente dal cofano del Pandino 4×4. L’ha pimpato negli anni fino a trasformarlo in uno stratoreattore su gomma capace di raggiungere velocità subsoniche. Ingrana la prima, il portone del garage esplode e lui decolla nella notte come Koji Kabuto diretto verso la sua Mazinga nigeriana.

All’incrocio tra via Cossa e piazza Cirene forse c’è un semaforo, forse no, nel dubbio Ario preme a tavoletta e si presenta così agli occhi della volante della polizia, che lo sente arrivare con suono di bomba e lo vede per un istante, una saetta bianca che brucia il semaforo lasciando una scia di fuego e CON TIGO BAILAR CON TIGO.

È subito sirena

L’inseguimento si rivela difficoltoso. L’Alfa Romeo 159 non riesce a star dietro al proiettile che attraversa Torino a 170 chilometri orari, fomentato dal caliente ritmo. Ario vede lampeggianti e sirene e grazie all’aumentata capacità di pensiero del crack opta per seminarli andando contromano. Il trucco non riesce, anzi, arrivano addirittura i rinforzi. Tenta quindi la trappola alla Top Gun, inchiodando di botto per far sì che lo tamponino, consapevole che il Pandino è un carrarmato pacifista.

I poliziotti riescono a schivare, ma le manovre sono talmente estreme che il motore di una volante prende fuoco per il surriscaldamento ed è costretta ad abbandonare la corsa della vita. Il pandino invece mantiene prestazioni impeccabili e schiva con agilità passanti, macchine, cestini dei rifiuti, alberi fino a seminare gli inseguitori, che si perdono nel buio dietro di lui. Soddisfatto, Ario sta per tornare a casa quando a bordo strada avvista due meretrici; inchioda subito.

La drammatica trattativa

Oltre a essere sudato fradicio, la bocca si rifiuta di obbedire ai comandi. Ario Koji Kabuto è talmente carico di crack e adrenalina che riesce solo a emettere mugolii in falsetto, quindi prova ad agitare delle banconote indicandosi lo scroto. Le donne capiscono che qualcosa non va e lo rimbalzano. Oramai ridotto a una creatura bestiale dove droga, testosterone e adrenalina hanno preso il sopravvento, Ario parcheggia e vaga in stato confusionale alla ricerca di una donna disposta a garantirgli l’accesso.

Purtroppo sono ormai le cinque di mattina, le sue acrobazie hanno ridotto le strade di Torino a zona di guerra e viene accerchiato dalle volanti. Lesto tradotto in carcere, Ario dovrà rispondere di un’impressionante serie di reati. Ma quando uscirà, quando la notte lancerà il richiamo, sentiremo ancora parlare di lui.

[DISCLAIMER Quest’articolo è una parodia liberamente ispirata a un fatto di cronaca.]