Naufragio migranti Lampedusa: morti e feriti in mare, il bilancio
Naufragio migranti Lampedusa: morti e feriti in mare, il bilancio: almeno 13 donne e 8 bambini vittime del naufragio. Il numero è destinato a salire
Ennesimo tragico naufragio a largo di Lampedusa. Questa volta, a farne le spese, sono almeno 13 donne (di cui una incinta) e otto bambini. Per ora, si contano 22 superstiti. Ci sono ancora una 15ina di dispersi e, purtroppo, sembrano esserci davvero poche speranze.
Il barchino si è ribaltato ad appena 6 miglia dal principale punto di approdo italiano. Una distanza molto breve ma contrastata dalle condizioni meteo, decisamente proibitive. Quasi la metà dei naufraghi non ce l’ha fatta. La maggior parte di loro proveniva dalla Tunisia. Poi, alcuni migranti subsahariani.
La reazione dal fronte PD: parlano la ministra De Micheli e l’eurodeputato Bortolo
La ministra per le Infrastrutture e i Trasporti, Paola De Micheli (PD), commenta così il naufragio del barchino a largo delle coste di Lampedusa: “la perdita di vite umane in mare è una tragedia immane e una realtà inaccettabile che non possiamo sopportare.” Dello stesso registro l’eurodeputato dei “dem” Pietro Bartolo, che assicura che si tratta “di una tragedia annunciata, in questo modo non si può più andare avanti” e chiede all’Unione di esporsi e prendere provvedimenti: “Lampedusa è il primo punto d’approdo in Europa. Non è un’opinione, è geografia“.
Per Salvini, il naufragio dei migranti presso Lampedusa è colpa del buonismo
Sull’ultimo naufragio di migranti, è intervenuto il leader della Lega, Matteo Salvini. L’ex inquilino del Viminale ritiene che questi morti “sono figli del buonismo e della riapertura dei porti.” Il segretario del carroccio aveva già accusato gli ex soci di governo, Conte e Di Maio, di aver fatto incrementare del 110% gli sbarchi nel mese di settembre.
Si esprime sulla tragedia anche il sindaco di Lampedusa, che afferma: “non possiamo continuare ad assistere allo sbarco di cadaveri di povere persone che inseguono il sogno di migliorare la propria vita.” Totò Martello chiede, così, un intervento politico urgente.
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