Elezioni Kosovo 2019: la vittoria ‘storica’ dell’opposizione
Elezioni Kosovo 2019: domenica 6 ottobre, si sono svolte le Politiche anticipate nella piccola repubblica balcanica; come è andato il voto?
Elezioni Kosovo 2019: domenica 6 ottobre, si sono svolte le Politiche anticipate nella piccola repubblica balcanica. I sondaggi hanno dato in vantaggio i partiti di opposizione, con in testa il partito di centrodestra LDK, con oltre il 23%, e il movimento nazionalista Vetevendosje (LV), con quasi il 18%. Il volto nuovo è quello di Vjosa Osmani, leader della Lega Democratica del Kosovo (LDK), che in molti hanno indicato come possibile prima donna a guidare il governo del paese.
Elezioni Kosovo 2019: le dimissioni di Haradinaj
Lo scorso 19 luglio, il Primo Ministro kosovaro Ramush Haradinaj si dimise dal suo incarico dopo essere stato convocato dalla Corte speciale del Kosovo e l’Ufficio della Procura presso L’Aia per rispondere ad alcune domande su un’indagine sui presunti crimini di guerra commessi vent’anni fa dall’Esercito di liberazione del Kosovo (UCK) durante la guerra. Il 2 agosto, il Presidente kosovaro Hashim Thaçi chiese alla PANA, ovvero la coalizione politica composta dai quattro partiti politici a maggioranza albanese (PDK, AAK, NISMA e AKR), di proporre un nuovo candidato per formare un governo di coalizione.
Tuttavia, gli altri partiti politici si opposero a questa scelta e, dopo una sessione straordinaria dell’Assemblea del Kosovo, il 22 agosto i parlamentari hanno votato per sciogliere il Parlamento, con 89 voti favorevoli su 120 totali, richiedendo le elezioni entro 30-45 giorni.
I candidati Premier: tra passato e futuro
Secondo i sondaggi d’opinione, la popolazione kosovara non era soddisfatta di Ramush Haradinaj e del governo di coalizione che aveva guidato. Questa insoddisfazione pubblica ha aumentato le possibilità che i partiti di opposizione, quali la Lega Democratica del Kosovo (LDK) e il Vetevendosje, potessero considerarsi possibili vincitori.
La trentottenne professoressa di Giurisprudenza Vjosa Osmani è alla guida dell’LDK e, a proposito della possibilità di essere la prima donna a diventare Primo Ministro del Kosovo, ha dichiarato che sarebbe un evento “significativo non solo per le istituzioni del Kosovo, ma per l’intera società kosovara”. Durante la sua campagna elettorale, Osmani ha promesso di inaugurare una “nuova mentalità” e ha escluso di governare a fianco del Partito Democratico del Kosovo (PDK).
Il PDK è considerato uno fra i partiti più grandi del Kosovo ed è guidato da Kadri Veseli, ex membro dell’UCK. Assieme a Albin Kurti (Vetevendosje), Ramush Haradinaj (AAK) e Fatmir Limaj (NISMA), Veseli è in lizza come possibile Primo Ministro. Ad eccezione di Osmani, tutti i principali contendenti per la guida del governo kosovaro sono stati membri dell’UCK, ovvero un’organizzazione paramilitare kosovaro-albanese che ha combattuto contro le autorità serbe nella Guerra del Kosovo del 1998-1999.
Elezioni Kosovo 2019: come sono andate?
Il 6 ottobre, un totale di 1.972.466 elettori kosovari sono stati chiamati per votare i 120 rappresentanti in Parlamento. Sebbene non siano ancora stati diffusi i dati definitivi, i risultati preliminari (basati sull’82% delle votazioni contate) hanno mostrato che il Vetevendosje avrebbe ottenuto il 26% dei voti, mentre l’LDK il 25%. Seguono il PDK e l’AAK, che avrebbero ottenuto rispettivamente il 21% e l’11,5% dei voti.
In base a questi risultati, il Vetevendosje non avrebbe però i seggi sufficienti per formare un governo da solo, e il leader Albin Kurti ha dichiarato che proverà a negoziare un accordo di governo con l’LDK. Già prima delle elezioni, i due partiti avevano provato a mettersi d’accordo per formare un governo, ma senza successo.
La composizione finale del nuovo Parlamento rimane ancora poco chiara dopo che la formazione della coalizione tra il NISMA di Limaj e l’AKR, ma le speranze che possa superare la soglia minima ripongono sugli scrutini postali non contati.
Le prospettive di governo
Questo risultato elettorale segna una nuova era per la politica kosovara. Infatti, la vittoria dei due partiti dell’opposizione è stata una pesante sconfitta per i partiti guidati dagli ex membri dell’UCK. “I cittadini non solo hanno votato, ma attraverso i loro voti, hanno chiesto cambiamenti e la ‘punizione’ al cattivo governo”, così Vjosa Osmani ha commentato il risultato elettorale. E ha aggiunto: “I cittadini hanno anche deciso per il nuovo governo che dovrebbe essere composto dai partiti dell’opposizione. […] Per me, non c’è altra alternativa. Una coalizione LDK-Vetevendosje ha molte sfide da affrontare, ma dovrebbe avere un solo interesse: quello dei cittadini del Kosovo”.
D’altra parte, Kurti ha fatto eco alle parole di Osmani, dichiarando che “non c’era altra opzione” per una coalizione con l’LDK e ha aggiunto: “Se non riusciamo a trovare un accordo, andremo a nuove elezioni”.
Il dialogo serbo-kosovaro
Fra le questioni in primo piano per il futuro governo ci sono i negoziati con la Serbia. A tal proposito, Kurti ha dichiarato che tali negoziati non sarebbero attualmente in cima alla sua lista di cose da fare. Il dialogo tra Serbia e Kosovo è iniziato nel 2011, ma da allora si è bloccato.
Le prospettive del Kosovo e della Serbia di aderire all’Unione Europea saranno remote fino a quando frai i due paesi le tensioni non si allenteranno e le relazioni non si stabilizzeranno. Sia il probabile futuro Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, sia il nuovo inviato speciale degli Stati Uniti per i negoziati di pace tra Serbia e Kosovo, Richard Grenell, hanno dichiarato che la normalizzazione delle relazioni tra i due Paesi è una priorità.
Il 9 ottobre Grenell ha incontrato Kurti e, oltre il tema delle elezioni, hanno discusso a proposito dei negoziati con la Serbia. L’ambasciatore statunitense ha dichiarato che la mancanza di un accordo tra il Kosovo e la Serbia costituisce uno dei principali ostacoli agli investimenti stranieri in Kosovo.
D’altra parte, Kurti ha concordato con Grenell che il Kosovo abbia bisogno di maggiori investimenti esteri e promuovere un nuovo processo di sviluppo economico, ma l’ostacolo principale è piuttosto l’alto livello di corruzione.
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