Nella direzione della progressiva digitalizzazione dei servizi, anche in ambito giudiziario, è di questi giorni una novità di rilievo. Si tratta dell’introduzione del cosiddetto deposito telematico in Cassazione. Vediamo allora, in sintesi, cosa cambia e in che cosa consiste.
Deposito telematico in Cassazione: di che si tratta?
È certamente una tappa fondamentale, che contribuirà a velocizzare e a rendere più efficaci ed agili gli iter burocratici legati agli adempimenti giudiziari e di cancelleria. La Cassazione ha ufficializzato l’esperimento del deposito telematico con un comunicato di questo mese, in cui è indicato che – a partire dal 25 settembre 2019 – è disponibile ed utilizzabile il cosiddetto sistema informatico“Model Office” per il deposito telematico di atti giudiziari, in caso di procedimenti giunti in Cassazione. Il cambiamento è che la comunicazione potrà avvenire anche in formato digitale, riducendo di molto i tempi, l’utilizzo di materiale cartaceo e costituendo di fatto una chiara semplificazione burocratica.
Il “Model Office Cassazione” per il deposito telematico, in particolare, è e sarà attivabile per il test di specifici servizi telematici, presso la Corte di Cassazione, vale a dire: deposito atti sul sistema SIC-Cassazione (Ricorso, Controricorso, Controricorso con ricorso incidentale e Atti successivi) e consultazione registri Civile e Penale della Corte Suprema di Cassazione. Si tratta, come accennato, di una fase di test e sperimentazione, che in caso di esito positivo, condurrà, con tutta probabilità, all’applicazione stabile ed estesa del deposito telematico.
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Invero, tale novità del deposito telematico si inserisce in un ben più ampio processo di digitalizzazione dei servizi giudiziari, avutasi negli ultimi anni. A titolo esemplificativo, appare opportuno menzionare il decreto legge n. 179 del 2012, il quale ha dato un decisivo impulso all’informatizzazione delle procedure, disponendo che il Ministro della giustizia avrebbe di seguito accertato la funzionalità dei servizi giudiziari di comunicazione telematica.
Qualche anno dopo, infatti, fu emanato il D.M. Giustizia n. 16 del 2016, recante il titolo “Attivazione delle notificazioni e comunicazioni telematiche presso la Corte di cassazione“. Tale provvedimento riguardava però le notifiche alle mere cancellerie delle sezioni civili della Cassazione; nell’anno successivo, il 2017, un altro decreto ministeriale estese la digitalizzazione anche alle notifiche penali presso la Suprema Corte.
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