Si riscalda la situazione in Medio Oriente, oltre all’intervento turco nel nord della Siria in chiave anti-curda, l’esplosione di una petroliera iraniana riaccende lo scontro tra Teheran e l’Arabia Saudita.
Esplosione petroliera iraniana: un attacco terroristico?
La petroliera iraniana “Sabiti” stava costeggiando l’Arabia Saudita mentre risaliva il Mar Rosso, probabilmente diretta proprio verso la Siria, nella mattinata di oggi venerdì 11 ottobre 2019 prima di essere colpita da alcuni – forse due – missili; è questa la versione della compagnia petrolifera nazionale, partecipata dal governo iraniano, su quanto accaduto a qualche decina di chilometri del porto di Gedda.
Tuttavia, La nave, a differenza di quanto hanno riportato i media internazionali in queste ore, non avrebbe subito danni rilevanti: non ci sarebbe alcun incendio a bordo e, tra l’altro, non risultano feriti o tantomeno vittime. Inoltre, lo sversamento di petrolio sarebbe sotto controllo: la nave trasportava un milione di barili di greggio al momento dell’attacco.
Continua a deteriorarsi il rapporto tra Iran e sauditi
Le autorità della Repubblica Islamica non hanno esitato a parlare di un “attacco terroristico” puntando il dito, neanche tanto velatamente, verso Riad. L’incidente, considerando le alte possibilità che si tratti di un atto “aggressivo” compiuto scientemente, rientra nel contesto del progressivo deterioramento dei rapporti tra Iran e Arabia Saudita degli ultimi tempi.
D’altra parte, l’accaduto non avrà grosse ripercussioni sul mercato petrolifero (a parte un aumento momentaneo del 2% sul prezzo del greggio alla diffusione della notizia) ma piuttosto sull’escalation di tensione tra le due super potenze regionali. Molti esperti ritengono, come già accaduto poco tempo fa, che l’Iran potrebbe presto attuare delle rappresaglie contro le petroliere saudite e degli alleati sauditi, in primis gli Usa, transitanti per lo Stretto di Hormuz su cui, di fatto, esercita uno stretto controllo.
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