Conto corrente: tassi negativi in base alla giacenza, soglia da non superare
Arrivano anche in Italia i tassi negativi sulle somme depositate sul conto corrente, ma ci sarà una certa soglia da non superare. Ecco quale.
Un cliente decide di depositare le proprie somme di denaro in un conto corrente bancario. Le “parcheggia” lì, attende gli incrementi dovuti agli stipendi mensili o alle retribuzioni ricevute ogni mese, gioca un po’ al risparmio, in attesa di capire come investire. Le somme di denaro depositate sul conto corrente aumentano fino a superare la soglia di 100.000 euro. E poi cosa succede? La banca applica un tasso di interesse negativo. Sostanzialmente, se la giacenza media supera i 100 mila euro, allora a quel denaro sarà applicato un tasso negativo. Il cliente perde i soldi se non si deciderà a investire da qualche parte quei soldi, a far girare la liquidità. Una scelta che sta generando non poche discussioni, ma che è stata annunciata ufficialmente dal CEO di Unicredit Jean-Pierre Mustier a Bfm Business Tv. La novità entrerà in vigore nell’istituto a partire dal 2020.
AGGIORNAMENTO: la quota da non superare per non vedersi applicare il tasso negativo è di 1 milione di euro, non più di 100 mila euro.
Conto corrente: la soglia da non superare
Sulla scia di altri istituti esteri, come ad esempio la tedesca Volksbank (che applica tassi del -0,5% sui depositi che superano la soglia dei 100 mila euro) o la svizzera Ubs (-0,75% per giacenze sopra i 2 milioni di franchi svizzeri), Mustier ha affermato che saranno proposte ai clienti “soluzioni alternative ai depositi come ad esempio investimenti in fondi di mercato monetario senza commissioni e obiettivi di performance in territorio positivo”. E chi non vuole investire in nulla? Pazienza, perderà qualcosina di quella parte monetaria che eccede i 100 mila euro.
Tassi negativi sul conto corrente sì, ma sui mutui ancora no
Insomma, a partire dal prossimo anno Unicredit applicherà i tassi negativi sui depositi nel conto corrente, per somme superiori a 100 mila euro. Ma per quanto riguarda i mutui? In questo articolo (e anche in quest’altro) vi avevamo parlato che all’estero sta prendendo quota la moda dei mutui a tasso negativo: ovvero chi accende un mutuo, alla fine restituisce meno di quanto ha chiesto. Si tratta di una novità assoluta che permette di accelerare il mercato e le richieste di mutui, o meglio, di ravvivarlo. In breve, meglio stimolare la domanda e avere più mutui (anche in leggera perdita sul valore del finanziamento) che non avere nulla, ma perseverare sui tassi di interesse alti (che scoraggiano la potenziale clientela). Sotto quest’aspetto, però, l’Italia sembra ancora indietro e Unicredit, invece di applicare lo stesso ragionamento anche sui mutui, preferisce fermarsi sui conti correnti. Qualora il calcolo del tasso di interesse dovesse risultare negativo, spiega Unicredit, il tasso d’interesse applicato al periodo specifico sarà pari a 0. E non andrà quindi sotto.
Cosa succederà?
La scelta di “tassare” le giacenze sul conto corrente, seppur stimolando il cliente a far muovere un po’ il proprio denaro anche a fronte di rendimenti futuri, potrebbe però spingere i clienti delle banche a cercarsi altri istituti più convenienti, o addirittura ad abbandonare il settore bancario per affidarsi totalmente alle Poste. È quello che succederà?
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