Ecuador, accordo raggiunto fra gli indigeni e il governo

Il Presidente dell’Ecuador Lenín Moreno e i leader dei gruppi indigeni del Paese hanno stretto un accordo per annullare le misure di austerità

cassonetto in fiamme

Ecuador, accordo raggiunto fra gli indigeni e il governo

Il Presidente dell’Ecuador Lenín Moreno e i leader dei gruppi indigeni del Paese hanno stretto un accordo per annullare le misure di austerità che erano state introdotte lo scorso 1 ottobre. L’accordo è stato annunciato alle ore 22:00 di domenica scorsa (ore 5:00 in Italia), e pone fine a due settimane di intense proteste che hanno paralizzato il Paese e causato la morte di 7 persone e il ferimento di altre 1.400.

Ecuador: le misure di austerità

Lo scorso marzo, il governo ecuadoriano ha concordato una serie di misure con il Fondo Monetario Internazionale (FMI), al fine di ottenere un prestito di 4,2 miliardi di dollari. Queste misure sono state introdotte il 1 ottobre e, in particolare, prevedono la rimozione dei sussidi per il carburante che, secondo quanto dichiarato dal Presidente Moreno, non sarebbero più accessibili dato l’elevato costo annuale (circa 1,3 miliardi di dollari). La loro eliminazione, quindi, sarebbe necessaria al fine di sostenere l’economia in crisi del Paese e ridurre il debito pubblico.

Le rivolte

Tuttavia, tali misure hanno causato un forte aumento del prezzo della benzina, e il malcontento popolare è quindi esploso nelle strade della capitale Quito. I manifestanti, guidati dai gruppi indigeni, hanno allestito vere e proprie barricate in strada, preso d’assalto edifici e si sono scontrati con le forze di sicurezza, che hanno reagito lanciando sulla folla gas lacrimogeni.

I manifestanti hanno anche preso in ostaggio dozzine di ufficiali di polizia in alcune località del Paese, che poi sono stati rilasciati. In particolare, prima di essere liberati, alcuni di loro sono stati costretti a portare la bara di un attivista indigeno, presumibilmente ucciso durante i disordini. Inoltre, sono state assaltate diverse strutture petrolifere, causando a un calo della produzione di petrolio di circa il 30%, con conseguente perdita di circa 14 milioni di dollari al giorno, secondo quanto affermato dal Ministero dell’Energia e delle Risorse Naturali dell’Ecuador.

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Ecuador: stato d’emergenza

Il Presidente dell’Ecuador ha dichiarato lo stato d’emergenza, ed è stato costretto a trasferire temporaneamente il governo da Quito a Guayaquil, soprattutto dopo che l’edificio della Asamblea Nacional era stato preso d’assalto dai manifestanti. D’altra parte, i gruppi indigeni si sono lamentati dell’eccessiva forza di polizia: secondo Human Rights Watch, le autorità ecuadoriane dovrebbero condurre indagini rapide, approfondite e imparziali sulle accuse di forza eccessiva da parte delle forze di sicurezza sui manifestanti. Le autorità ecuadoriane avrebbero arrestato oltre un migliaio di persone dall’inizio delle proteste, e alcuni detenuti non sarebbero stati in grado di contattare le loro famiglie o di parlare con i propri avvocati.

L’accordo raggiunto

Domenica sera si sono svolti i negoziati fra il Presidente Moreno e i leader dei gruppi indigeni, durante i quali il Presidente della Confederazione delle Nazioni Indigene dell’Ecuador (CONAIE), Jaime Vargas, ha chiesto l’immediata cancellazione del decreto 883 che poneva fine ai sussidi per il carburante. Raggiunto l’accordo, le due parti hanno annunciato che lavoreranno insieme per sviluppare una nuova serie di misure per tagliare la spesa pubblica, aumentare le entrate e ridurre i deficit di bilancio e il debito pubblico del Paese. Nel frattempo, i leader indigeni hanno invitato i manifestanti a porre fine alle proteste e ai blocchi stradali.

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