La manovra finanziaria ha come principale obiettivo quello di far quadrare i conti pubblici, o per lo meno di provarci. È su questo terreno che si muove l’introduzione dell’aumento sigarette per il prossimo anno. Vediamo allora a quanto potrebbe ammontare, secondo le indicazioni trapelate in questi ultimi giorni dalla legge di Bilancio.
Aumento sigarette: come potrebbe funzionare?
Sembra proprio che tiri aria di stangata: in manovra, sono infatti previsti aumenti e tasse un po’ ovunque, ad esempio sulla plastica o sulle vincite al gioco. Ma, come appena detto, anche sul fumo. Le sigarette potrebbero perciò essere oggetto di aumenti di prezzo fino a 40 centesimi a pacchetto.
In verità, però, non c’è ancora piena chiarezza sull’esatto importo di un nuovo balzello sulla vendita di sigarette. Inizialmente, si sarebbe dovuto trattare di un aumento delle accise sui tabacchi, in grado di consentire al Fisco maggiori entrate per 50-70 milioni; in pratica, un aumento non drastico, bensì sostanzialmente neutro sia per i produttori, sia per consumatori.
Ora, le intenzioni paiono mutate: per far quadrare i conti o per lo meno nel tentativo di farlo, pare che l’aumento sigarette, su nuovi prodotti a tabacco riscaldato e liquidi per le e-cig, sia lievitato fino a dover garantire all’Erario non meno di 200 milioni di maggior gettito fiscale. Secondo queste prospettive, un qualsiasi fumatore italiano potrebbe imbattersi in un aumento di non pochi centesimi a pacchetto.
C’è però sul tavolo anche un’altra ipotesi, quella relativa ad un aumento delle sole accise delle sigarette tale da consentire un gettito ancora superiore, pari almeno a 300 milioni di euro. Tradotto: un aumento sigarette pari ad almeno 40 centesimi a pacchetto.
Quali sono le finalità?
A questo punto ci si chiede se oltre al finanziamento dell’Erario, ci possono essere eventuali altre finalità in una misura come l’aumento sigarette. Ebbene, secondo fonti riconducibili al Governo, un tale balzello avrebbe, tuttavia, il lato positivo di favorire l’incremento di fondi, per il sostegno del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), in modo da garantire il diritto alla salute sancito nella Carta Costituzionale.
In pratica, sarebbe un intervento mirato, e non più destinato alle più diverse voci di spesa dello Stato. In conclusione, secondo i promotori di tale aumento sigarette, questa misura potrebbe essere intesa come una vera e propria “tassa sulla salute”, con fondi da destinare alla prevenzione respiratoria, oncologica e cardiovascolare. Vedremo, comunque, nelle prossime settimane come tale balzello sarà più compiutamente delineato dal Governo.
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