Cosa verrà dopo questo governo e che schieramenti ci aspettano?
Una cosa che mi affascina è pensare a cosa (e chi) verrà dopo questa classe politica. Il M5S è nato nel 2009; tranne i beneficiari del reddito di fannullanza e qualche sparuto gruppo di fanatici non penso durerà ancora per molto. Vuoi perché pian piano tutti i babbei che prendono il RdC verranno controllati e ingabbiati, vuoi perché oramai M5S è sinonimo di incapacità, ignoranza e poca voglia di lavorare. Salvini avrà il suo momento, breve o lungo non lo so, ma poi che succederà?
Nascerà un’altra frangia di antagonisti alla vaccinara? Non credo. Sia perché non puoi scendere più in basso di un partito che inizia con il Vaffa day, sia perché ho la sensazione il popolo italiano abbia capito che non puoi mettere dei vergini analfabeti al governo. Se non altro, più in basso di così non è possibile andare. Quindi che tipo di politica dobbiamo aspettarci, ora che chi era partito per aprire scatolette ci si è barricato dentro?
Statisticamente ci aspetta l’aura mediocritas
Passato il periodo d’innamoramento della folla per i capipopolo, servirà del tempo perché all’emotivo elettorato vengano a noia. Quasi tutti i politici di oggi sono giovanissimi e li vedremo in giro per decenni, a patto di crack clamorosi quanto improbabili. Quindi navigheremo in acque piatte nel solito gossip lui ha detto l’altro ha risposto entrambi smentiscono che intrattiene, ma a cui manca quell’epica fanfarona che tanto coinvolge. Oggi l’Italia è tornata alla sua abitudine, cioè quella di unirsi nel disfattismo. Le manca un nuovo capopopolo.
Potremmo risalire, anche solo per probabilità
È possibile che nei prossimi anni si faccia largo una realtà politica competente, anche se non certo dal basso. È un po’ il principio del rimbalzo che nella Storia ha caratterizzato gli umori della nostra specie. Allo stesso modo, passata la fase “semplici cittadini” potrebbero tornare gli specialisti. Ha ragione Rotondi, quando dice che Conte ha le carte in regola per ripristinare un nuovo centro. Del resto, Conte dopo un periodo d’assestamento è l’unico ad aver imparato atteggiamento e lessico istituzionale in mezzo a tante Twitstar.
Centrosinistra e destra non si riformeranno
La politica dei tweet ha vaporizzato qualsiasi possibilità di dibattito filosofico o di ragionamento, come ci ha dimostrato lo scontro Renzi-Salvini in cui se al posto di Bruno Vespa mettevi Meki Pfifer avevi l’8 mile italiano, e la stessa profondità di contenuti. Senza filosofia non c’è confronto, e senza confronto non c’è evoluzione. Continueranno a gridarsi dietro cose che sembrano rispettivamente di destra o di sinistra, senza che nessuno dei due abbia idea di cosa significhi.
Nemmeno gli elettori, d’altra parte. Grazie a questa retorica oggi nessuno saprebbe dire perché è di destra o di sinistra, o quali siano i valori che appartengono a questi schieramenti. Sia come sia, ho la sensazione manchi qualcuno all’appello. Perché una cosa sia considerata vecchia, serve un’alternativa che ancora non vediamo, ma per forza di cose è già lì fuori. E credo potrebbe avere a che fare con una grossa bomba che ci sta per piovere in testa.