Reddito di cittadinanza: cambio codice negozio per aggirare norme. Il caso
I casi degli ultimi mesi dimostrano che in più occasioni ed in diversi modi c’è chi tenta di aggirare le regole del Reddito di Cittadinanza. L’ultimo caso.
Il reddito di cittadinanza è una misura di sostegno al reddito entrata in vigore per volontà per Governo Conte I sostenuto da Movimento 5 Stelle e Lega. A distanza di diversi mesi dalla sua introduzione, oltre ad essere molto criticata da alcune componenti ed esponenti politici, è ancora al centro di numerose polemiche.
Striscia la notizia, il caso in provincia di Napoli
E a proposito di casi limite nel servizio condotto da Luca Abete andato in onda su Canale 5 su Striscia la notizia il 16 ottobre 2019 è stato presentato il caso di una attività che ha trovato il modo per aggirare le regole del Reddito di Cittadinanza. Stante il vietato di acquisto con la carta del RdC di materiale pornografico e di beni e servizi per adulti, il gestore del sexy shop secondo quanto raccontato all’inviata della trasmissione dotata di telecamera nascosta ha spiegato di aver modificato il codice attività del proprio esercizio (codice Ateco) in modo da far figurare acquisti per detersivi e casalinghi per coloro che pagano all’interno del suo esercizio con le somme a disposizione per il reddito.
Sinora, a proposito di modi per aggirare le regole del Reddito si è parlato più frequentemente dei casi di chi, nonostante percepisca le somme previste dalla misura, continui irregolarmente a svolgere attività lavorative senza essere assunto.
Reddito di cittadinanza, regole e informazioni utili
Ricordiamo infine quali sono alcuni dei motivi per cui il reddito di cittadinanza può essere perso o ridotto. Tra le cause di penalità ci sono le seguenti. Ovvero quando l’interessato:
- non comunica l’eventuale variazione della condizione occupazionale oppure effettua comunicazioni mendaci producendo un beneficio economico del Reddito di Cittadinanza maggiore;
- venga trovato, nel corso delle attività ispettive svolte dalle competenti autorità, intento a svolgere attività di lavoro dipendente, ovvero attività di lavoro autonomo o di impresa, senza averlo comunicato.
Chiunque presenti dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere oppure ometta informazioni dovute è punito con la reclusione da due a sei anni. È prevista, invece, la reclusione da uno a tre anni nei casi in cui si ometta la comunicazione all’ente erogatore delle variazioni di reddito o patrimonio, nonché di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio. In entrambi i casi, è prevista la decadenza dal beneficio con efficacia retroattiva e la restituzione di quanto indebitamente percepito.
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