F24 errato: multe salate in arrivo per chi sbaglia. Ecco cosa cambia
F24 errato e multe: ecco cosa cambia in base al nuovo Decreto fiscale, a quanto ammonterà la sanzione e quando scatterà. Le finalità
Nel quadro delle misure previste a favore della lotta all’evasione fiscale, ce n’è una – contenuta nel Decreto fiscale – che con tutta probabilità non farà affatto felici i contribuenti italiani. Stiamo parlando delle nuove multe, assai consistenti, previste per chiunque sbagli a compilare il modello f24, utilizzato – com’è noto – per il pagamento della maggioranza delle tasse al Fisco. Vediamo allora, più nel dettaglio, in che cosa consistono le novità in proposito.
F24 errato: di che si tratta e quali novità
Il modello f24 ha grande rilevanza, in materia di imposte e fisco, in quanto deve essere usato da tutti i contribuenti, titolari e non titolari di partita Iva, per il versamento di tributi, contributi e premi. Tale documento è anche definito “unificato” dato che consente al contribuente che si appresta a pagare le tasse, di effettuare, con una sola operazione, il pagamento delle somme dovute, anche compensando il versamento con eventuali crediti vantati verso lo Stato. Come accennato il modello f24 vale per un gran numero di imposte, tasse e contributi, fra le quali ricordiamo, a titolo meramente esemplificativo: Imu, Tari, Tasi, contributi e premi Inps, accise, imposta di consumo e di fabbricazione, Iva e imposta sui redditi.
In particolare, lo Stato vuole intervenire sulle compensazioni tra crediti e debiti fiscali: la nuova multa disposta è pari a 1.000 euro per ogni f24 che, in base ai controlli, sarà considerato irregolare e pertanto scartato dal sistema di acquisizione elettronico. Ne conseguirà che anche la correlata domanda di utilizzo del credito attraverso f24 sarà bocciata. La norma in oggetto sarà denominata “Contrasto alle indebite compensazioni” e comparirà tra i primi articoli del testo del Decreto fiscale in arrivo.
D’altra parte, la relazione illustrativa del decreto parla chiaro, dato che le nuove norme sono previste “allo scopo di rafforzare le misure di contrasto alle indebite compensazioni, in un’ottica di deterrenza, introducono una specifica disciplina sanzionatoria da applicare nei casi in cui venga individuato il tentativo di compensare crediti non utilizzabili“. Insomma, la finalità è duplice: colpire l’evasione fiscale anche attraverso la lotta agli abusi sulle compensazioni indebite, finora molto diffuse; ma anche ottenere, conseguentemente, una minore spesa di oltre 1 miliardo di euro nel solo 2020 (almeno secondo le stime del Governo).
Quando scattano le sanzioni?
Insomma, secondo le intenzioni del legislatore, anche una semplice svista, un semplice errore nella compilazione del modello f24, è capace di dar luogo ad una multa di non poco conto. Dal punto di vista dell’applicazione pratica, tali nuove sanzioni saranno in vigore a partire dal marzo del prossimo anno. Esse saranno inerenti anche i crediti maturati nel corso di quest’anno, che potranno comunque essere sfruttati immettendoli nelle dichiarazioni redditi della prossima estate.
In particolare, le misure previste nel nuovo Decreto fiscale, imporranno il divieto di portare in compensazione i crediti fiscali di importo sopra i 5.000 euro, prima dei tempi previsti per la presentazione della relativa dichiarazione dei redditi. Tale norma riguarderà tutti i casi di compensazione tra tasse di diversa natura, ovvero le compensazioni orizzontali (ad esempio credito Irpef con debito Tari). Invece, per ciò che attiene alle compensazioni per crediti inferiori a 5mila euro e le compensazioni nell’ambito della stessa imposta, e con qualsiasi valore, esse resteranno invariate rispetto alla disciplina attualmente vigente.
La cooperazione rafforzata tra Inps, Inail e Agenzia delle Entrate e la risposta dei commercialisti
Il progetto in materia ha stabilito inoltre una sorta di cooperazione rafforzata tra enti diversi, ovvero Agenzia delle entrate, Inps e Inail, al fine di combattere le indebite compensazioni di crediti effettuate ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241. Pertanto, i citati Istituti avranno facoltà di far pervenire al Fisco segnalazioni qualificate relative a compensazioni di crediti svolte per il pagamento delle entrate di rispettiva pertinenza, ma che contengono profili di rischio; ciò ovviamente allo scopo del recupero del credito indebitamente compensato.
Concludendo, le nuove disposizioni sul modello f24 errato hanno contribuito a sollevare un coro di polemiche tra commercialisti e liberi professionisti in generale, che chiedono al Governo di eliminare queste nuove previsioni normative ed esprimono il loro dissenso, attraverso le parole di Massimo Miani, presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, per il quale occorre “correggere il tiro anche sulle norme che rendono sempre più complicato per tutti i contribuenti e i professionisti che li assistono, non solo per gli evasori, l’esercizio del sacrosanto diritto di compensare crediti e debiti fiscali, con tanto di moltiplicazione di sanzioni anche su modelli F24 da pochi euro“. Vedremo nelle prossime settimane, quali sviluppi avrà questo argomento e se di fatto vi sarà un effettivo “irrigidimento” della normativa in merito.
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