Abuso posizione dominante: multa annullata ad Acea e ridotta a Enel
Abuso posizione dominante: il Tar del Lazio annulla la sanzione comminata dal’Antitrust ad Acea e riduce di due terzi la sanzione ad Enel.
Acea ed Enel vedono riconosciute le loro ragioni davanti al Tar del Lazio che si è pronunciato sulle contestazioni dell’Antitrust, a danno delle due società, sull’abuso di posizione dominante. Il pronunciamento dell’Antitrust risale allo scorso 8 gennaio e ha per oggetto una multa per Acea di importo pari a 16,2 milioni di euro e pari a 93 milioni nei confronti di Enel.
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Abuso posizione dominante, decisione e motivazione del Tar
La sentenza del Tar del Lazio ha decretato l’annullamento della multa per Acea e la sensibile riduzione, pari a circa due terzi, della multa comminata all’Enel.
Quali sono le ragioni che ha portato il Tar a prendere una decisione del genere? Secondo quanto disposto dal Tar del Lazio il provvedimento dell’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato è “gravemente lacunoso, nel suo percorso motivazionale, per la presenza di considerazioni apodittiche circa la rilevanza, ai fini della dimostrazione dell’esistenza di una medesima strategia escludente”.
Come spiega il sito ilsalvagente.it il riferimento è al fatto che un conto è dire che una società utilizza la profilazione dei clienti del ramo a maggior tutela per acquisirne nel ramo a mercato libero, com’è stato accertato in questo caso, ma – secondo il Tribunale amministrativo del Lazio – altra cosa è provare che questi dati siano stati usati per escludere la concorrenza.
Le reazioni
Nella versione dei giudici del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio: “Agcom non chiarisce nel provvedimento, e neppure prospetta a livello presuntivo, in che modo tali dati potevano essere utilizzati da Acea per orientare o monitorare l’efficacia della sua politica di marketing volta a ‘trattenere’ la clientela già presente nel mercato tutelato”.
Mentre nel caso di Enel come detto la sanzione dovrebbe essere ridotta di molto e non dovrebbe superare i 35 milioni di euro perché il periodo per il quale è contestato l’abuso è pari ad 1 anno e 9 mesi ovvero di molto inferiore ai 5 anni e 5 mesi presi in considerazione dall’Antitrust. Nel caso di Acea, come riportato sempre dal sito ilsalvagente.it e già spiegato sopra, i giudici hanno proceduto con l’assoluzione perché in questo caso non è stato dimostrabile l’utilizzo delle informazioni raccolte per fini escludenti rispetto a possibili concorrenti.
In ogni caso Enel ha fatto sapere di poter decidere di proseguire il contenzioso. “Anche nell’iter argomentativo del Tribunale sono presenti elementi degni di ulteriori valutazioni ed Enel si riserva il ricorso al Consiglio di Stato. Enel rimane infatti convinta di aver agito nel pieno rispetto delle regole di condotta commerciale”.
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