Conto corrente bloccato: lavoratore dipendente, autonomo o altri soggetti
Cosa fare quando il proprio conto corrente viene pignorato? Che il creditore sia un soggetto pubblico o privato cambia poco
Cosa fare quando il proprio conto corrente viene pignorato? Che il creditore sia un soggetto pubblico o privato cambia poco: le soluzioni per sbloccare la situazione non sono comunque tantissime.
Conto corrente bloccato dall’Ade: cosa succede
Il pignoramento del conto corrente funziona in modo diverso a seconda che ad eseguirlo sia l’Agenzia delle Entrate-Riscossione o un qualsiasi altro soggetto; inoltre, anche la durata del blocco varia se il conto è quello dove accredita lo stipendio un lavoratore dipendente o un altro soggetto.
Per esempio, nel caso in cui sia eseguito dall’Agenzia delle Entrate si riceve una raccomandata; da quel momento in poi non potrà essere più utilizzato e l’importo del debito potrebbe essere aumentato anche del 50%. Tuttavia, il creditore ha tempo 60 giorni per pagare tutto il debito in un’unica soluzione oppure per chiedere una rateazione del debito stesso (in tal evenienza il pignoramento viene sospeso dopo il pagamento della prima rata e si può tornare a operare sul conto). Se al 61esimo giorno dalla notifica non si percorre nessuna delle due strade, ci si vedrà pignorare quanto dovuto in modo automatico.
Le differenze tra lavoratore dipendente e autonomo
Invece, le modalità di pignoramento sono diverse se il conto è quello di un lavoratore dipendente. Innanzitutto, il creditore notifica il pignoramento, quindi, sul conto vengono bloccate solo le somme che superano il triplo dell’assegno sociale pari a 458 euro, cioè eccedenti quota 1.374 euro. Ogni volta che si riceve uno stipendio ne verrà trattenuto un quinto, in pratica, sul conto verrà accreditata una mensilità decurtata del 20%.
Diverse ancora le modalità di pignoramento nel caso di un lavoratore autonomo: se le somme presenti non sono sufficienti a coprire il credito vengono bloccate in attesa di un’udienza davanti a un giudice (la cui data è indicata nella notifica di pignoramento); in seguito all’udienza, verificato dal giudice che la procedura si sia svolta correttamente, le somme vengono accreditate al debitore. Ciò però avviene a meno che il debitore non sia l’Agenzia delle Entrate in quel caso il tutto avviene in modo automatico.
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