Comunali 2012: Genova una campagna trasparente e low cost

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Comunali 2012: Genova una campagna trasparente e low cost

 

La campagna elettorale per le amministrative di Genova ha risentito fortemente del contesto in cui si è sviluppata. In altre parole è stata influenzata dalla trasformazione degli assetti politici nazionali, con la deflagrazione del polo di centro-destra e la crisi di credibilità dei partiti. La critica “ad un certo modo di fare politica” è stato il leitmotiv di quasi tutti i candidati, indipendentemente dalla loro appartenenza partitica. [ad]A rendere questo argomento centrale nella campagna elettorale genovese hanno contribuito non solo le inchieste sull’utilizzo personale dei rimborsi elettorali della Margherita e della Lega, ma anche il caso, tutto genovese, dei gettoni di presenza che diversi Consiglieri comunali avrebbero ottenuto assistendo solo per pochi minuti alle riunioni del Consiglio comunale.
Un sondaggio di Repubblica, pubblicato il 14 aprile, evidenziava come sette genovesi su dieci non avessero fiducia nei partiti e sottolineava anche la trasversalità di questo sentimento nell’elettorato. In questo clima di grande disaffezione hanno avuto buon gioco soprattutto i due candidati ritenuti simbolo dell’anti-politica per eccellenza: Marco Doria, candidato sindaco del centro-sinistra, e Paolo Putti, candidato del Movimento cinque stelle. Ma se il primo ha spesso precisato di ritenere i partiti un elemento fondamentale della democrazia, il secondo ha sempre rimarcato la propria distanza dalla politica dei partiti. Lo ha ribadito anche il leader del suo movimento, Beppe Grillo, quando, intervenendo in un comizio-show a Genova ha sostenuto, senza mezzi termini, che gli altri candidati erano “tutti uguali”.

Figlia di questa sfiducia nei confronti della politica è stata anche la forte attenzione rivolta dai mezzi di comunicazione alle spese elettorali nonché ai patrimoni dei singoli candidati, spingendo questi ultimi ad una politica di massima trasparenza. Sul SecoloXIX, il principale quotidiano genovese, sono stati pubblicati i redditi e i patrimoni dei principali candidati.
Il proliferare di liste civiche con poca disponibilità economica e l’austerità imposta ai partiti dagli scandali e dalla crisi economica, hanno ridotto sensibilmente le spese elettorali e si è notato anche dalla “moria” di manifesti elettorali.
Nei dibattiti pubblici i candidati hanno affrontato soprattutto il tema delle infrastrutture, un problema che, per una città che punta fortemente sul rilancio dell’attività portuale, è diventato fondamentale. Tanto che lo stesso Doria, inizialmente dichiaratosi contrario ad opere come la gronda e il terzo valico, ha fatto diverse aperture in questo senso. Non entro nel merito delle diverse proposte politiche (i diversi programmi sono consultabili su ilsecoloxix.it), ma è interessante osservare che anche su questo terreno i candidati hanno dovuto fare i conti con la richiesta di maggiore trasparenza.

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[ad]Il sito Politicometro.it, creato dall’idea di un gruppo di giovani genovesi, ha sottoposto a verifica molte delle affermazioni dei candidati. Un “grillo parlante del web” che ha avuto un grande successo e che ha costretto tutti a controllare e, in qualche occasione, ratificare le proprie dichiarazioni. Certamente si è trattato di un’utile strumento per gli elettori per verificare l’affidabilità delle promesse degli aspiranti sindaco di Genova.
Una campagna low cost, ma anche low profile, con toni generalmente pacati e senza grandi colpi ad effetto. Almeno fino a ieri sera, quando il dibattito tra i sei principali candidati organizzato dal Secolo XIX e la televisione locale Primo Canale è stato annullato per la contestazione di un centinaio di sostenitori di alcuni candidati minori non invitati a partecipare. Un finale un po’ amaro per tutti quelli che aspettavano con curiosità e interesse le ultime dichiarazioni dei candidati sindaco.