E stasera beviamo palle di scimmia
Negli anni ’20 la medicina aveva ancora molto da scoprire, non ultimo il senso del ridicolo. Se nel 1800 giravano tizi che vendevano intrugli spacciati per rimedi miracolosi – sovente seguiti da valanghe di morti – nel 1900 era ancora possibile che vecchi pazzi sperimentassero senza ritegno le loro più sinistre perversioni. Tra i tanti c’è il buon dottor Voronoff, un chirurgo russo convinto che trapiantare i testicoli dei carcerati condannati a morte a vecchi, ritardati o depressi gli avrebbe migliorato la vita.
Purtroppo di gente che viene giustiziata ce n’era troppo poca
Ma Voronoff non si scoraggiò e passò a quelli delle scimmie. Purtroppo i maschi quando si parla del proprio scroto sono reazionari; puoi essere vecchio, scemo o disperato, ma se qualcuno ti propone di tagliarti le palle e metterci quelle di una scimmia tendi a dire di no. A malincuore il chirurgo si limita a inserire nello scroto delle fettine di palle di scimmia, e per l’effetto placebo, è subito un successo assoluto.
Nei hall degli alberghi chic le palle di scimmia diventano l’argomento principe. Ne parlano tutti, e poche cose deliziano il mio lato tradizionalista come sognare dame con la veletta dibattere con le amiche se fare o non fare trapiantare le palle di un bonobo al marito. Queste meraviglie arrivano nella hall dell’Harry’s bar di Parigi, dove dietro il bancone c’è un genio vero: Harry McElhone. Un artista visionario che a distanza di decenni continua a far godere uomini e donne in tutto il mondo. Harry si mette a tavolino, ci pensa, e crea la sua versione di ghiandole da scimmia energizzanti.
Il Monkey gland, appunto.
Si presenta nella coppa Martini, il gin apre le danze, le erbe appena accennate dell’assenzio corroborano il sentore di spezie lasciando un amaro che viene immediatamente lavato via prima con il fresco del succo d’arancia per poi chiudere con lo sciroppo di granatina. È un capolavoro buono sia come aperitivo che come dopocena, capace di essere appropriato sia d’estate che d’inverno. A mia esperienza è un cocktail prevalentemente maschile, ma ho conosciuto donne che se ne sono innamorate.
Buon venerdì sera, giovani esploratori.
E ricordate, l’alcool capita.