Elezioni Umbria, i flussi elettorali alle regionali secondo Swg
Elezioni Umbria, i flussi di voto tra le europee e le regionali. Meno del 40% dei pentastellati ha confermato la scelta del 26 maggio
Da dove nasce la vittoria netta del centrodestra in Umbria? Chi ha cambiato idea dalle europee ad oggi, quale partito ha sofferto maggiormente l’astensione? Quali sono stati i flussi elettorali?
Swg cerca di rispondere al quesito con una sua rilevazione che ci dice che quello che è accaduto è un mix di cambio di opinione da parte di alcuni elettori, in particolare del Movimento 5 Stelle, e di una tendenza asimmetrica all’astensione, che ha colpito di più centrosinistra e M5S. Anche se come vedremo con una accentuazione di questo secondo elemento
Cominciando dai voti ricevuti dalla candidata di centrodestra Tesei sembra che un 6,4% dei suoi consensi siano venuti da elettori di Movimento 5 Stelle e centrosinistra, e ben il 13,7% da chi non aveva votato il 26 maggio. Ha saputo quindi allargare il proprio bacino, nonostante il centrodestra fosse già in testa alle europee.
La Lega ha avuto infatti un tasso di conferma alto, ma non altissimo. A fronte del 70,8% che l’ha rivotata, vi è stato un 12,1% che si è astenuto e un significativo 7,1% che ha preferito Fratelli d’Italia, forse il partito vero vincitore di questa elezione. Un 8,2% poi ha votato altri partiti di centrodestra, ovvero Forza Italia e le civiche
Il tasso di conferma è stato inferiore per il PD, anche se non basso. I due terzi degli elettori del partito il 26 maggio ha fatto la stessa scelta domenica. Maggiore rispetto alla Lega la percentuale di quelli che sono passati all’astensione, il 19%. Solo il 2,3% però ha votato Lega. E ancora meno, l’1,5%, ha votato il M5S. Un 9,2% ha preferito altri partiti della stessa coalizione di centrosinistra.
Elezioni Umbria, elettori penstastellati delusi dall’alleanza con il PD
La maggiore debacle è stata quella del Movimento 5 Stelle. Solo il 39,8% ha confermato il proprio voto delle europee per il movimento. Ben il 33,1% si è astenuto, e il 13,5% ha preferito Fratelli d’Italia o Lega, rispettivamente il 6,9% e il 6,6&.
Solo il 4,3% si è spostato sul PD e il 5,2% su altre liste di centrosinistra.
Come si vede ancora una volta influenza di più l’astensione che lo spostamento del voto da uno schieramento a un altro.
Infatti se tra quanti si sono astenuti il 68,5% già aveva rinunciato a votare alle europee, il 18,8% aveva votato partiti dell’area di Bianconi, e in particolare il 7,8% il M5S, il 7,3% il PD e il 3,7% altre forze di centrosinistra, mentre solo il 7,4% veniva dalla Lega, che già era largamente maggioritaria.
L’astensione maggiore dei potenziali elettori di Bianconi ha determinato la vittoria ancora maggiore della Tesei.
Ma perché questo comportamento da parte di chi aveva votato PD e M5S a maggio?
Non si è trattato per Swg dell’effetto degli scandali umbri con la precedente amministrazione, bensì della delusione per la scelta delle alleanze. Il 38% degli elettori PD che non ha replicato il voto non approva l’accordo PD-M5S, mentre il 18% non è soddisfatto del Conte bis. Un 10% non apprezza Bianconi, il 12% non lo conosce. Solo il 2% è deluso dal PD umbro.
L’insoddisfazione per l’alleanza tra le due forze sale al 54% tra gli ex pentastellati, e supera ogni altra motivazione.
Queste elezioni sono state la dimostrazione che ancora una volta 2+2 non fa 4, ma molto meno.
I sondaggi sono stati realizzati con metodo CATI-CAMI-CAWI su 1000 o 2000 elettori umbri in questi due giorni
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