Il cosiddetto sovraindebitamento è un termine di largo utilizzo specialmente negli ultimi anni, a partire dalla nota crisi economica del 2008, che ancora adesso fa sentire i suoi effetti. Vediamo allora che cosa significa esattamente il termine sovraindebitamento, dato che è stato oggetto di definizione in una legge ad hoc, come funziona e come si manifesta.
Sovraindebitamento: la fonte di legge che lo disciplina e il significato
Come accennato, questo è un periodo storico in cui la crisi del settore finanziario, unita alla diffusa disoccupazione ed al numero crescente di aziende che chiudono i battenti, rappresentano fattori che aggravano il problema del debito per cittadini, famiglie ed imprese.
Il fenomeno è proprio quello per il quale le entrate, ovvero il reddito disponibile, risulta spesso inferiore alle spese giornaliere: così, tasse o costi del mantenimento del nucleo familiare, inducono molte persone a chiedere prestiti, finanziamenti, pagamenti a rate ecc. Tuttavia, in moltissimi casi, il problema del pagamento di bollette o rate del mutuo – per questa via – risulta soltanto rimandato o rinviato, con anzi un ulteriore appesantimento dell’esposizione debitoria.
In questo scenario di certo non idilliaco per le finanze di buona parte dei cittadini italiani, si inserisce la legge n. 3 del 2012, detta anche “legge salva suicidi”, proprio nella finalità di arginare il fenomeno di chi si toglie la vita perché sopraffatto dai debiti (svariati i casi di di questo tipo negli ultimi anni, specie tra gli imprenditori). Tale legge ha il merito di aver finalmente disciplinato una procedura di cosiddetta “esdebitazione”, in modo da fornire supporto verso la categoria dei sovraindebitati e consentirgli di fronteggiare i debiti verso privati e Stato. Tale provvedimento ha, insomma, introdotto degli strumenti con i quali i debitori possano più facilmente estinguere le loro pendenze, ma anche ha previsto la possibilità di evitare che procedure esecutive siano iniziate o continuate, a danno dei debitori.
La legge accennata, che reca il titolo “Disposizioni in materia di usura e di estorsione, nonché di composizione delle crisi da sovraindebitamento“, delinea infatti il concetto di sovraindebitamento, definendolo come una: “situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, che determina la rilevante difficoltà di adempiere le proprie obbligazioni, ovvero la definitiva incapacità di adempierle regolarmente” (ex art. 6, comma 2, lett. a della legge in oggetto). In altre parole, il sovraindebitamento è una persistente situazione per la quale il complessivo debito contratto è maggiore del reddito disponibile, con la conseguenza che l’adempimento risulta impossibile, sia per i privati che per le imprese.
La procedura di esdebitazione: destinatari e finalità
Per contrastare il fenomeno della sovraindebitazione, il quale può sembrare a molti un tunnel senza via d’uscita, la legge citata ha disposto una normativa ad hoc a favore di privati, start up, imprenditori e professionisti. Si tratta, infatti, di soggetti che non possono accedere alle procedure concorsuali previste dalla legge fallimentare.
La procedura per contrastare il sovraindebitamento è pratica, rapida e agevole: infatti, il ricorso presentato dal proprio avvocato di fiducia, in base ai requisiti previsti dalla legge, è vagliato in via preliminare dal Tribunale, in merito al fatto che il piano del consumatore o la proposta dell’accordo non violino norme imperative. In seguito, con il supporto dell’Organismo di composizione della crisi, il Tribunale valuta meritevolezza, fattibilità e convenienza della domanda che, se accolta e ad alcune specifiche condizioni, può portare alla liberazione dal debito originario. L’Organismo deve rispettare alcuni requisiti di legge e può essere costituito, ad esempio, da enti come Regioni o Comuni, ma anche da parte di organismi di conciliazione presso le Camere di Commercio e gli ordini professionali.
Concludendo e in sintesi, secondo la legge n. 3 del 2012, i soggetti vittime di sovraindebitamento possono ora rivolgersi agli Organismi suddetti, oppure chiedere al Tribunale la nomina di un professionista, che li aiutino a risolvere il problema del pagamento del debito, prima dell’espropriazione forzata del patrimonio: ciò attraverso accordi di ristrutturazione del debito o un piano consumatore.
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