Elezioni Umbria, una regione da anni sempre più a destra, i dati
Elezioni Umbria, la storia dell’indebolimento della sinistra viene da lontano, la tendenza del voto dal 2015 a oggi e cosa voterebbe oggi gli umbri
Le elezioni in Umbria hanno segnato per molti analisti un punto di svolta. È la prima volta che una della quattro regioni rosse, Emilia Romagna, Toscana, Marche e appunto Umbria, viene conquistata dal centrodestra.
E con un distacco tra l’altro del 20%.
Quello che appare evidente è che il Paese sta andando sempre più a destra.
Eppure c’è di più. Le regioni d’Italia si muovono, anche politicamente, a velocità diverse. Se nel complesso c’è uno spostamento a destra, in realtà in Umbria e in generale nel centro Italia questo è ancora più vistoso. Più di quanto avvenga per esempio in Lombardia e nelle grandi aree urbane.
Lo si vede nell’analisi che abbiamo realizzato sulle elezioni degli ultimi anni dalle regionali del 2015 a oggi.
Nel 2015 con il buon risultato di Ricci, candidato del centrodestra, l’Umbria era stata percepita dai media come una regione che avrebbe potuto cambiare schieramento, ma il centrodestra era comunque ancora solo al 38,5%, mentre il centrosinistra e il M5S al 59,4%. La differenza rispetto a quanto attribuivano i sondaggi alle due forze in Italia era molto poca. Centrosinistra e Movimento 5 Stelle erano più deboli in Umbria solo del 0,6%. Poco, anche se moltissimo rispetto ai tempi in cui l’Umbria eleggeva governatori di centrosinistra con più del 60% avendo meno del 50% a livello nazionale.
Alle politiche del 2018 centrosinistra e Movimento 5 Stelle fanno ancora un poco peggio di quanto realizzato in Italia, 58% contro il 58,4%.
Nonostante come nel 2015 fossero divise e non vi fosse lo stesso effetto negativo di una unione di forze come quello che abbiamo visto alle ultime regionali.
Alle europee il declino del centrosinistra e del M5S peggiora. In Umbria ha ottenuto il 45% contro il 51,2% del centrodestra. Lo scostamento dalla media nazionale è del 2%. Diventa ufficialmente una regione blu, più a destra della media nazionale.
Tendenza definitivamente confermata con le ultime regionali. Il centrosinistra assieme al Movimento 5 Stelle ha ottenuto solo il 37,5%, 8,5 punti in meno di quanto i sondaggi attribuiscono alla somma di PD, Italia Viva, Movimento 5 Stelle, ex LeU e Verdi, ovvero quelli che componevano l’alleanza che appoggiava Bianconi in Umbria.
Viceversa il centrodestra ha fatto meglio per l’8,9%
Elezioni Umbria, quanto avrebbero ora i partiti in regione?
Una conferma viene da un’analisi dei nostri precedenti sondaggi sulle intenzioni di voto da settembre alla scorsa settimana.
Scorporando quelle degli elettori umbri emerge che effettivamente i partiti di centrodestra otterrebbero oggi più di quanto viene loro attribuito a livello nazionale.
La Lega sfiorerebbe il 40%, mentre è per noi intorno al 35% in Italia. Fratelli d’Italia supererebbe come alle regionali il 10%, anche se in Italia risulta a tutti ancora decisamente al di sotto.
Solo Forza Italia in quello schieramento sarebbe sotto la media nazionale, al 4,7%
Il vero perdente, come alle regionali, sarebbe però il Movimento 5 Stelle, solo al 10,4%, contro il 17% circa che gli attribuiamo a livello nazionale.
È del resto il M5S ad avere provocato il risultato disastroso di Bianconi in Umbria. Il PD ha avuto poco meno che alle regionali e oggi ad eventuali politiche PD e Italia Viva, qui considerate insieme (perché nelle intenzioni i voto di settembre ancora non erano divisi) avrebbero un buon 25,5%. Più che a livello nazionale e che alle europee, anche in considerazione della capacità di attrazione di Italia Viva al di fuori del bacino del PD.
I partiti minori infatti appaiono in calo rispetto a maggio. Le forze che componevano LeU non raggiungono il 2%, i Verdi si fermano all’1,7% e in Umbria vanno particolarmente male +Europa e Siamo Europei, con l’12%.
L’Umbria è invece una roccaforte per Rizzo, che con i suoi comunisti qui raggiunge l’1,7%
È la dimostrazione che è in atto una trasformazione sociale che vede la sinistra indebolirsi in modo molto asimmetrico, con le vecchie aree rosse che diventano blu se sono di provincia, mentre a Milano e nei grandi centri si vota Lega meno che a Perugia. Un esito cui nessuno avrebbe creduto solo pochissimi anni fa.
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