Auto aziendali manovra 2020: aumento tasse e importo. Chi deve pagare
Dopo le proteste che si sono alzate da più parti, il governo ha scelto di rimodulare la nuova tassa sulle auto aziendali che potrebbe scattare a giugno
Dopo le proteste che si sono alzate da più parti, il governo ha scelto di rimodulare la nuova tassa sulle auto aziendali che potrebbe scattare a partire dal prossimo giugno.
Auto aziendali: stangata in arrivo?
La nuova tassa sulle auto aziendali verrà alleggerita: anche se sarà comunque retroattiva e quindi riguarderà anche i contratti già sottoscritti, raddoppierà dal 30% al 60% della quota imponibile anziché venire triplicata (però l’onere resta triplicato, di fatto, per una minoranza che usa veicoli a benzina) come inizialmente previsto dal governo. Inoltre, invece che da gennaio prossimo dovrebbe scattare a giugno: in tal modo l’incremento effettivo sarà, di fatto, della metà rispetto al valore dell’auto.
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Nonostante ciò, la stangata sembra comunque dietro l’angolo. Perché, a parte le auto meno inquinanti, ibride ed elettriche e i veicoli di agenti di commercio e rappresentanti, verranno tassate al 100% tutte quelle con emissioni superiori a 160 grammi per chilometro (la soglia oltre la quale, da marzo, scatta l’ecomalus in caso di acquisto). Insomma, la nuova tassa sarà digerita con difficoltà da molti italiani, soprattutto, quelli con redditi medio-bassi (sotto i 50mila euro) e, diametralmente, non porterà alle casse dello Stato più di 350 milioni all’anno.
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Le ultime correzioni apportate dal governo
Intervistato dal Corriere della Sera il viceministro dell’Economia Dem Antonio Misiani ha spiegato il parziale dietofront del governo sul balzello che andrà a colpire le auto aziendali: “rispetto alla prima ipotesi che prevedeva il 100% per tutti i veicoli, si è scelto un intervento selettivo perché i veicoli diesel o benzina verranno considerati sull’imponibile per il 60% del valore convenzionale chilometrico, una percentuale allineata alla media dei Paesi Ocse, mentre quelli ibridi e elettrici al 30%. Un incentivo per i veicoli meno inquinanti coerente con l’impronta ambientalista della manovra”.
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In ogni caso, l’imposta così com’è non piace a tutti nella maggioranza, tra questi anche il viceministro allo Sviluppo Economico pentastellato Stefano Buffagni: “per me non è abbastanza, così si fa pagare solo chi già paga” ha detto a proposito del provvedimento precisando anche che “di lavoro ce ne sarà da fare tanto in Parlamento”.
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