Buoni pasto 2020: novità, funzionamento e cosa cambia. La guida

Pubblicato il 7 Novembre 2019 alle 18:45 Autore: Claudio Garau

Buoni pasto 2020: che cosa sono, quale finalità hanno e quali novità fiscali sono previsti per essi? Ecco cosa cambia il prossimo anno

Buoni pasto 2020: novità, funzionamento e cosa cambia. La guida

In base alle ultime indicazioni che emergono dalla bozza di legge di bilancio 2020, i buoni pasto – il prossimo anno – subiranno alcune modifiche e variazioni. Vediamo allora di che si tratta e quali saranno in concreto le novità, in modo da non farsi trovare impreparati sul tema.

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Buoni pasto 2020: che cosa sono e qual è la loro finalità?

Preliminarmente, prima di fare il punto sulle assai probabili novità fiscali in tema di buoni pasto, vediamo in concreto cosa sono. Tale buono altro non è che uno strumento di pagamento con un valore fisso e predeterminato, utilizzabile soltanto per l’acquisto di un pasto o di prodotti alimentari. Questo mezzo è comunemente usato dai lavoratori dipendenti o parasubordinati dell’ambito pubblico e privato, i quali ricevono questi tagliandi come servizio alternativo alla mensa aziendale. Possono essere spesi in locali come negozi di generi alimentari, supermercati, bar, ristoranti, ovvero in pubblici esercizi. I buoni pasto sono considerati un esempio di fringe benefit, ovvero una particolare voce di retribuzione, corrisposta ai lavoratori, ed indicata in busta paga, assieme alla retribuzione monetaria.

Giuridicamente, i buoni pasto, anche detti comunemente “ticket restaurant“, sono dei documenti di legittimazione che consentono al titolare di ottenere un servizio sostitutivo della mensa per il personale, con importo corrispondente al valore facciale del buono stesso. I buoni pasto sono sia cartacei, sia elettronici e, in base al tipo, godono di soglie di esenzione fiscale differenti. Non possono essere oggetto di cessione, nè possono essere commercializzati o venduti. In ogni caso, deve esservi una norma, nel contratto collettivo di riferimento o in quello individuale di lavoro, che espressamente li preveda.

Come funziona l’esenzione fiscale per essi? come sarà nel 2020?

L’esenzione fiscale, ovvero un tipo di agevolazione data dal legislatore e che esonera determinati soggetti dal pagamento dell’imposta a cui si riferisce, vale anche per i buoni pasto. Secondo la disciplina attuale, i buoni in esame sono esclusi dalla retribuzione imponibile – e quindi non sono di fatto tassabili – fino a 5,29 euro per giorno lavorato se cartacei, fino a 7 euro se elettronici. In base alla indicazioni della bozza di legge di Bilancio 2020, pare che tali soglie di esenzione subiranno modifiche: i buoni pasto cartacei dovrebbero essere esclusi dalla retribuzione imponibile fino a 4 euro per giorno lavorato, fino a 8 euro se elettronici. La finalità è, anche nel caso dei buoni pasto, quella di incentivare le transazioni elettroniche, dato che i voucher o ticket restaurant elettronici sono tracciabili e quindi più facilmente conteggiabili e controllabili da parte del Fisco. Insomma, per questa via, sarà garantito il rispetto del decreto in materia di servizi sostitutivi di mensa, ovvero il n. 122 del 2017, che dispone regole circa il divieto di cumulabilità dei buoni pasto, di conversione in denaro e di cessione.

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I nuovi limiti dell’esenzione buoni pasto scatteranno – a quanto si apprende – a partire dal primo gennaio 2020; per quanto attiene i buoni erogati fino al 31 dicembre di quest’anno, varrà per essi la disciplina attuale, in quanto ormai percepiti di fatto dai lavoratori ed entrati nella loro titolarità giuridica. Concludendo, per quanto riguarda invece la somministrazione diretta di cibo nelle mense per il personale, la disciplina resta immutata: il valore del servizio concesso al lavoratore non fa parte del reddito di lavoro dipendente, e pertanto si avvale della totale esenzione fiscale e contributiva.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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