Il completo da uomo sta benissimo, è il resto che è in crisi

Pubblicato il 5 Novembre 2019 alle 17:00 Autore: Nicolò Zuliani

Sulla stampa statunitense si dibatte sul presunto declino del completo da uomo. In realtà il declino sembra essere dalla parte di chi non lo indossa…

Un articolo del Post sostiene che il completo da uomo sia obsoleto e destinato all’estinzione. Come molti articoli del Post soffre di esterofilia, ovvero attinge a piene mani dagli USA, dai suoi opinionisti e dal loro immaginario, dimenticandosi che gli USA sono il paese del ritardo mentale. È tipico di una certa classe di pensatori quella di andare a New York per sentirsi più vicini all’immaginario iconografico dei film e da lì pontificare sulla realtà italiana manco fossero la Cristoforetti che guarda la Terra dalla stazione spaziale.

Lo streetwear e l’athleisure sono un modo cosmopolita per definire quelli che girano in braghe della tuta e pagano mezzo milione delle scarpe da ginnastica.

“È cambiata la nostra idea di eleganza”

Haha, ma neanche per sogno. Ho sentito tanti commenti su chi si veste davvero come rapper, e nessuno aveva la parola “elegante” all’interno.

“Il giornalista Mark Dent ha fatto un punto della situazione su Vox”.

Interessantissimo, ma in che modo questo dovrebbe riguardare l’Europa o comunque dei paesi civilizzati? Al mondo esistono l’eleganza inglese e quella italiana. Gli americani ci hanno donato i jeans, i cappelli da cowboy, le cravatte di cuoio e delle storpiature della moda inglese. Tant’è vero che secondo lo scaltro Dent sarebbe stato “più sincero” se Zuckerberg si fosse presentato in tribunale in felpa.

E perché non in mutande, a questo punto. Una cosa è l’eleganza, un’altra è essere appropriati al luogo in cui ci troviamo. Zuck non deve dire “questo sono io”, deve rendere conto di azioni spregevoli davanti a una commissione parlamentare.

“Quando non hai il controllo ti metti un completo, è diventato l’uniforme dei meno potenti”

Ah, davvero?
Perché io giro per strada e vedo una manica di scappati di casa, mi state dicendo che sono così fortunato da vivere nel backstage del G7? Se c’è una cosa che ho imparato è proprio il contrario, ovvero che chi non c’ha soldi né cultura spende davvero 600 euro per una borsa di plastica o 1200 per una cintura con un logo, quelli veramente ricchi o carismatici hanno una camicia, una giacca e una cintura da 50 euro.

Ma poi, perché Zuckerberg è diventato il punto di riferimento?

Bill Gates, Larry Page, Michael Bloomberg, Amaricio Ortega, Bernard Arnault, Warren Buffet, sono in completo. La famiglia reale inglese è impeccabile. I parlamentari di tutto il mondo sono in completo. I magistrati sono in completo. Elon Musk è spesso in completo. In Arabia saudita girano con vestiti tradizionali o in completo. Mario Draghi è in completo. Il portavoce del sultano dell’Oman, alla Extreme sailing race, era in completo circondato da un entourage in completo. Putin è in completo.

 “Oggi fa pensare a qualcosa di stantìo, ingessato, da sfigati”

A me dispiace tantissimo per il giornalista che ha evidentemente avuto pessime esperienze, ma le donne che hanno avuto l’ardire di concedermi i loro favori erano tutte entusiaste di completi, cravatte, panciotto, gemelli o quel che era. Non scenderò in dettagli personali, ma detto tra noi, non credo di essere il solo.

“Oggi invece le persone di potere e di buon gusto si vestono in modo casual”

A questa affermazione segue la foto sul red carpet dell’attore che ha interpretato Black panther in gonna e paillettes.

Ma cos’è successo, in redazione? Hanno esagerato coi babà al rum? Mò uno che ha gridato WAKANDA FOREVER è diventato il massimo esponente del potere esecutivo mondiale? Quanti cacciabombardieri può far decollare alzando il telefono, il buon Chadwick Boseman? Perché Putin ha delle cravatte stupende e può trasformare una nazione in un deserto nucleare, Elon Musk sta portando l’Uomo più vicino allo spazio, Bloomberg… vabbè.

Ho capito che sul red carpet c’è gente che gira come fosse in palestra o al carnevale di Viareggio, ma il red carpet è la sfilata di pavoni egopatici che devono far parlare di loro ogni giorno e sembrare sempre gggiovani e trasgry pure a cinquant’anni o rischiano di finire bibitari al San Paolo. Harry Styles ha esordito negli One direction a 16 anni, oggi ne ha 25 e son salti mortali per coinvolgere i nuovi teen che ti chiamano “vecchio” a 20.

“A sostegno di questo modo di vedere, Dent riporta l’esauriente opinione di Christopher Kratovi, un avvocato di Dallas”

Ah, beh, se lo dice l’avvocato Kratovil di Dallas allora le sartorie napoletane possono chiudere i battenti. In Italia c’è un ritorno del completo e dell’abbigliamento formale che si poteva intuire dal Pitti degli anni scorsi e che sta venendo guidato da catene d’abbigliamento emergenti come Suit supply, Gutteridge, Doppelganger, Boggi.

Il completo da uomo, semmai, sta ritornando a essere quello che era: un indumento per chi crede nella maturità, nella virilità, nel piacere di vestirsi con qualcosa di proprio e non di massa, insomma in quelle cose che oggi solo nominarle fanno incazzare. Quindi vengono godute in privato, in silenzio e tra intenditori. E intenditrici.

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L'autore: Nicolò Zuliani

Veneziano, vivo a Milano. Ho scritto su Men's Health, GQ.it, Cosmopolitan, The Vision. Mi piacciono le giacche di tweed.
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