Cambio serratura coerede: come funziona e chi dà il diritto di sostituirla?
Cambio serratura coerede: come funziona la sostituzione della serratura di un immobile ereditato da più soggetti. Cosa dice la legge in questi casi?
L’apertura di una successione ereditaria – com’è noto – implica tutta una serie di conseguenze a livello giuridico per i coeredi, ovvero coloro che con altri partecipano alla spartizione dei beni del defunto o de cuius. Di seguito vediamo di chiarire una questione pratica di indubbio rilievo, vale a dire il cambio serratura coerede: come funziona? chi dà il diritto di sostituirla? Facciamo chiarezza.
Cambio serratura coerede: il contesto di riferimento
Il cambio serratura coerede, com’è facile immaginare, è soltanto una dei tanti aspetti pratici che coinvolgono i partecipanti all’eredità. In particolare, l‘art. 1146 del Codice Civile, che reca il titolo “Successione nel possesso. Accessione del possesso“, sancisce che, a seguito dell’apertura della successione, tutti gli eredi entrano automaticamente nel possesso dei beni ereditati. Infatti, tale fonte normativa afferma che il possesso continua nell’erede con effetto dall’apertura della successione. La questione particolare di cui qui si tratta ha a che fare con il materiale accesso nel locale o nei locali ereditati, stante il fatto che non sussiste un solo coerede, bensì più coeredi. Vediamo allora che risposta dà la legge in queste circostanze.
L’accesso materiale nei locali: come funziona?
In tema di cambio serratura coerede, due possono essere i casi che possono presentarsi concretamente.
Se il coerede ha la possibilità di provare che gli altri eredi hanno modo di entrare nei locali in oggetto perché sono in possesso delle chiavi per aprire la serratura, conseguentemente – al fine di tutelare il proprio legittimo diritto in ambito successorio – dovrà spedire loro una lettera di diffida in cui intimare la consegna di una copia delle chiavi. Il fine è ben chiaro: poter usare il bene ereditato, al pari degli altri coeredi. Pertanto, laddove tale lettera di diffida non sortisca l’effetto sperato, sarà il giudice il soggetto che dichiarerà – nella sussistenza della prova della possibilità dei coeredi di accedere ai locali – quanto richiesto invano dal coerede. Insomma l’autorità giudiziaria, a seguito di una vera e propria causa civile, imporrà con atto scritto agli eredi comunisti, di consegnare copia delle chiavi del locale anche al coerede che non le ha.
L’altro possibile caso in materia, riguarda invece l’ipotesi in cui manchi la prova del fatto che gli altri eredi possono accedere agli immobili ereditati, oppure il fatto che gli altri coeredi – più banalmente – non possiedono alcuna chiave per entrare nei locali. In tali circostanze, in virtù dell’art. 1146 sopra citato, il coerede interessato potrà servirsi di un fabbro, al fine di effettuare il cambio serratura coerede. A seguito di tale operazione, il coerede sarà però tenuto a contattare tutti gli altri coeredi (comunisti nell’ambito dei beni oggetto di successione), allo scopo di consegnare anche ad essi le nuove chiavi di accesso.
Insomma, nel primo caso non vi sarà alcun cambio di serratura coerede e sarà il giudice ad intervenire; nel secondo caso sarà la legge ad autorizzare l’interessato ad effettuare il cambio serratura coerede.
In conclusione, ricordiamo che la Corte di Cassazione ha pronunciato, l’anno scorso, una sentenza che rileva sul tema qui in oggetto. Infatti, la Suprema Corte ha affermato che chi effettua il cambio serratura (anche in caso di coeredi), impedendone però l’ingresso al soggetto che ne abbia diritto (quindi in ipotesi anche i vari coeredi), commettere il reato di violenza privata, di cui all’art. 610 Codice Penale.
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